purita
purità s. f. [dal lat. tardo purĭtas -atis, der. di purus «puro»]. – Lo stesso che purezza, ma quasi esclusivam. in senso fig., come condizione spirituale di innocenza, di candore, di assenza [...] enunciati dai puristi più equilibrati) e nitidezza espressiva: la più comune ed universale opinione è che il pregio maggiore del Decamerone sia la p. della lingua e l’eccellenza del suo stile (Bottari); letter., perfezione di linee nel disegno e nei ...
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prosare
proṡare v. intr. [der. di prosa] (aus. avere), raro. – Scrivere in prosa: tutti coloro i quali hanno o prosato o poetato in questa lingua (Varchi); ant., parlare, conversare con un certo compiacimento: [...] i novellatori del ‘Decamerone’, che non rifiniscono mai di p. e ascoltarsi da sé (Foscolo). ...
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Decameròn (o Decàmeron, o Decameróne) Raccolta di cento novelle di G. Boccaccio, la cui stesura definitiva può essere attribuita agli anni tra il 1349 e il 1351. Consta d'un proemio, di un'introduzione e di dieci giornate (in greco δέκα ἡμέραι),...
Letterato (sec. 16º). Egli stesso si definì gentiluomo romano, ma dimorò a Venezia, ove pubblicò un Dizionario del Decamerone (1535) e una traduzione e riduzione del vocabolario latino di A. Calepino (1553).