desinenzadeṡinènza s. f. [dal lat. mediev. desinentia, der. del lat. desinĕre «terminare»]. – In linguistica, terminazione che aggiungendosi a un tema verbale indica la persona, la diatesi e talora [...] la d. del genitivo singolare, del nominativo neutro plurale; le d. del congiuntivo imperfetto, ecc. Fanno ricco uso di desinenze le lingue dette «sintetiche» come il latino, il greco, il sanscrito, alcune lingue semitiche, il tedesco, il serbocroato ...
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declinazione
declinazióne s. f. [dal lat. declinatio -onis, der. di declinare: v. declinare]. – 1. L’azione, l’effetto e il modo del declinare, cioè del volgere verso il basso, in senso proprio e fig. [...] » all’uomo, e così via). In senso più concr., il sistema chiuso per cui, dato un tema nominale, gli si attribuiscono tutte le desinenze proprie di quel sistema: così le d. in -us e -a del latino, in -ος e -α del greco; nella grammatica normativa, si ...
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verbale1
verbale1 agg. [dal lat. tardo verbalis, der. di verbum (v. verbo) «che riguarda la parola, il verbo»]. – 1. a. Di parole, che consiste di parole: offese v., in contrapp. a offese che si possono [...] delle forme di un tema che designa un’azione (tema v., radice v.), determinate sul piano grammaticale da desinenze speciali (desinenze v.), distinte da quelle che determinano i temi nominali, e destinate in genere a indicare, nelle lingue indoeuropee ...
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morfologia
morfologìa s. f. [comp. di morfo- e -logia; il termine è stato coniato per la prima volta da Goethe (ted. Morphologie) per indicare l’anatomia comparata]. – In genere, studio, descrizione [...] dal sec. 19° la linguistica comparata ha inteso invece la morfologia come ricerca, in ogni parola, degli elementi formativi, affissi e desinenze, che si aggiungono alla parte radicale, e come studio della loro natura e funzione (così, per es., il lat ...
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persóna s. f. [lat. persōna, voce di origine prob. etrusca, che significava propr. «maschera teatrale» e poi prese il valore di «individuo di sesso non specificato», «corpo», e fu usata come termine grammaticale [...] p.), chi è il destinatario del discorso (seconda p.), chi costituisce l’oggetto della comunicazione (terza p.): indicata dalle desinenze nelle forme verbali, può essere, sia in queste sia nei pronomi personali, espressa al singolare o al plurale: la ...
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sintetico
sintètico agg. [dal gr. συνϑετικός, der. di σύνϑεσις «sintesi»] (pl. m. -ci). – 1. a. Di sintesi, che è proprio della sintesi o procede per via di sintesi: esposizione, ricostruzione s. di [...] , lingue s., le lingue in cui l’espressione dei rapporti sintattici è realizzata prevalentemente per mezzo di desinenze, affissi e variazioni tematiche; è tale, per es., il latino, spec. rispetto alle lingue neolatine essenzialmente analitiche ...
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verbo
vèrbo s. m. [dal lat. verbum «parola», e nei grammatici «verbo»]. – 1. a. Parola. Con questo sign., è com. ormai soltanto in alcune espressioni (per es., ripetere a verbo a verbo, parola per parola), [...] (suffissi, infissi, alternanze nella vocale radicale), dall’altro mediante la flessione verbale o coniugazione (desinenze, alternanze sulla vocale predesinenziale, ecc.); mentre in relazione ai paradigmi verbali, fissatisi per processi analogici ...
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n, N
(ènne) s. f. o m. – Tredicesima lettera dell’alfabeto latino, il cui valore fonetico è in tutte le lingue quello di consonante nasale. A differenza però della lettera m, che rappresenta costantemente [...] tuttavia di rispettare nella scrittura le esigenze di una distinzione morfologica, segnando la i dove questa fa parte integrante della desinenza: quindi sogniamo nella 1a pers. plur. sia dell’indic. sia del cong., ma per la 2a pers. sognate nell ...
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genitivo
agg. e s. m. [dal lat. genetivus o genitivus (casus), propr. «generativo», che nel sign. grammaticale è ricalcato sul gr. γενικὴ πτῶσις «caso che indica un genere» cioè una specificazione]. [...] prezzo, di accusa e di condanna o di pena, di memoria, ecc.; si aveva inoltre un g. locativo, in cui la desinenza del genitivo, confusasi, per la 1a e 2a declinazione, con quella dell’antico caso locativo, serviva a esprimere anche il complemento di ...
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accordare
v. tr. [lat. mediev. accordare «conciliare», der. di cor cordis sul modello del lat. concordare; nel sign. 2 a, e più ancora nel sign. 2 d, raccostato a corda] (io accòrdo, ecc.). – 1. Mettere [...] , la non iscrizione nel casellario giudiziario, ecc. 4. In grammatica, attribuire ai varî elementi di una proposizione le desinenze del genere, numero, caso e persona secondo le norme della concordanza: a. un aggettivo col sostantivo; il predicato ...
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Per desinenze, nella grammatica tradizionale, s’intendono le terminazioni delle parti del discorso variabili (➔ parti del discorso), che in genere recano informazione morfologica di natura flessiva (➔ flessione). Il termine, già in uso nella...
Elemento conclusivo della parola fonica, con funzione morfologica o morfosintattica. Fanno ricco uso di desinenze le lingue ‘sintetiche’, come il latino, il greco, il sanscrito, il tedesco, alcune lingue semitiche ecc. È invece ridotto l’uso...