es-
– Prefisso di molte parole derivate dal latino, che rappresenta l’ex- originario. Ha valore ora negativo-detrattivo (come in esautorare), ora intensivo (come in esclamare, esaudire); in molti verbi, [...] vocale, la s si rafforzava (ess-, conforme alla pronuncia eks del lat. ex-): essaltare, essempio, ecc.; oggi rimane scempia (es-, conforme alla pronuncia eġ∫ del lat. ex-), anche dove l’etimo latino comincia per exs-: esangue, esultare, ecc., dal lat ...
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es
(o Es) 〈ès〉 pron. neutro sostantivato, ted. (propr. «ciò, esso»), usato in ital. come s. m. (e per lo più con iniziale maiuscola). – Nella teoria psicanalitica freudiana, termine – mutuato dall’opera [...] vive noi» (per cui, per esempio, non si dovrebbe dire «io ho sognato» ma piuttosto «qualcosa [Es] ha sognato me») – che, nella tripartizione Es - I0 - Super-I0, designa gli aspetti inconsci (istinti e pulsioni) della personalità, con l’avvertenza che ...
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numero
nùmero s. m. [dal lat. numĕrus; cfr. novero]. – 1. Ciascuno degli enti astratti che rappresentano insiemi di unità, ordinati in una successione infinita (serie naturale dei n.) nella quale ogni [...] è il più piccolo; n. frazionarî, i numeri che si esprimono con una frazione, cioè con un rapporto tra due numeri interi, come per es. 2/3, 5/7, ecc.; n. decimali, i numeri costituiti da una parte intera e da una parte decimale (nella quale si hanno ...
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s, S
(èsse) s. f. o m. – Diciottesima lettera dell’alfabeto latino; della sua forma originaria nella scrittura si hanno scarse notizie per la fase anteriore al greco, non sapendosi con certezza quale [...] stesse ragioni i troncamenti davanti a s impura sono quasi sempre evitati: es. un grido ma uno strillo, son venuto ma sono stato, non è pronunciata per lo più come sorda lene: la s, per es., di quella sera, buonasera, naso, viso, viene a prendere un ...
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l, L
(èlle) s. f. o m. – Undicesima lettera dell’alfabeto latino, la cui forma maiuscola (L) deriva, come per il lambda greco (Λ), da una modificazione di quella che aveva nell’alfabeto fenicio, mentre [...] l’l’ derivava da li̯ si sono aggiunte altre in cui l’l’ sostituiva un precedente d’d’ derivato da un lat. volg. gl (per es. teglia da un prec. tegghia ‹téd’d’a›, evoluzione del lat. tegŭla, lat. volg. tegla). Davanti ad a, e, o, u, il nesso grafico ...
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dieresi
dïèreṡi s. f. [dal lat. tardo diaerĕsis, gr. διαίρεσις, propr. «divisione, separazione», der. di διαιρέω «disgiungere»]. – 1. a. In fonetica, la divisione di un gruppo vocalico nel corpo di una [...] qu o da uno dei gruppi p, b, t, d, c, g, f, v + l, r, oppure è preceduta da una consonante qualsiasi e seguita da -(u)òlo (es. quiete 〈kui-ète〉, trionfo 〈tri-ónfo〉, cliente 〈kli-ènte〉, assi(u)olo 〈assi-u̯òlo, assi-òlo〉); non però se la i fa parte del ...
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z, Z
(żèta) s. f. o m. – Venticinquesima e ultima lettera dell’alfabeto latino, derivata dalla zeta dell’alfabeto greco, che nella forma maiuscola ha lo stesso segno Z (svoltosi da quello originario [...] nella serie sorda e in quella sonora è determinata di regola dalla provenienza. Sono sonore le z derivanti da ζ greco (es. azzimo, dal gr. ἄζυμος; zefiro, dal lat. zephyrus, gr. ζέϕυρος; zizzolo, lat. zizyphus o ziziphus, dal gr. ζίζυϕον), da z araba ...
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x, X
(ics) s. f. o m. – Ventitreesima lettera dell’alfabeto latino (usata solo in latinismi, grecismi e altri prestiti non interamente adattati): corrisponde come forma alla lettera greca X (chi), che [...] come ks; lo stesso accade agli x di alcuni ispanismi (es. xeres, ximeniano), e nell’area stessa della lingua spagnola casi; ma ora x può anche alludere a un momento cruciale, per es. all’ora della morte, in quanto ignota o non prevedibile: nessuno sa ...
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Pronome neutro tedesco adoperato in psicanalisi, prima da G. Groddeck poi da S. Freud, per designare la fonte impersonale, inconscia, delle manifestazioni della vita istintiva, per cui non tanto ‘io ho sognato’, quanto ‘es träumte mir’ (‘qualcosa’...
Es
Una delle tre istanze dell’apparato psichico (insieme all’Io e al Super-io) secondo Freud, che mutò il termine dallo psicoanalista tedesco Georg Goddeck (1866-1934). Costituisce il polo pulsionale della personalità, dai contenuti innati...