castellocastèllo s. m. [lat. castĕllum, dim. di castrum «castello, fortezza»] (pl. -i; ant. le castèlla, femm.). – 1. a. Edificio fortificato, cinto di mura con torri, eretto nell’età medievale per [...] seguito di bugie. b. scherz. Mettere in castello, mangiare, mettere nello stomaco: qualcosa alla buona da mettere in castello mi basta (Manzoni). (letti a castello). f. In tipografia, il mobile su cui sono collocate le casse dei caratteri. g. C. per ...
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coda
códa s. f. [lat. volg. cōda, class. cauda]. – 1. a. Parte assottigliata del corpo dei vertebrati opposta al capo, costituita da un asse scheletrico (regione caudale della colonna vertebrale), da [...] da un fermaglio, da un nastro annodato. b. Strascico di vestiti, di manti, a scopo partire il colpo; c. del castello, struttura metallica su cui vengono il rigo: la coda della p, della q. g. Parte estrema; nell’attrezzatura navale, estremità di un ...
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girone
giróne s. m. [accr. di giro]. – 1. Cerchio, recinto e sim. In partic.: a. ant. Cerchio di mura che circondava una fortezza o una rocca per maggiore difesa: il detto castello era molto forte di [...] di squadre (di calcio, rugby, pallacanestro, pallanuoto e sim.) partecipanti alla disputa di un campionato o di un torneo. b. G. d’andata, g. di ritorno, rispettivam. il primo e il secondo turno di partite in quei campionati a squadre in cui ciascuna ...
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occhio
òcchio s. m. [lat. ŏcŭlus]. – 1. a. In anatomia, organo di senso, pari, caratteristico dei vertebrati, che ha la funzione di ricevere gli stimoli luminosi e di trasmetterli ai centri nervosi dando [...] con allusione alla sua piccolezza. g. Foro o apertura ricavata a varî cappio in forma più o meno anulare, detto anche gassa. b. Occhio di cubia (o o. di prora, o anche, stanza da letto di Luigi XIV nel castello di Versailles, che prendeva luce da una ...
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letto2
lètto2 s. m. [lat. lectus]. – 1. a. Mobile destinato al riposo e al sonno delle persone, formato in modo che vi si possa giacere comodamente distesi: il fusto (o intelaiatura, meno com. lettiera), [...] (v. divano); letti a castello (v. castello, n. 4 e); l. insieme coi loro escrementi costituiscono un ottimo foraggio. b. Di un fiume (o di un torrente di slitta con la quale la nave è varata. g. In artiglieria, termine già usato per indicare l’affusto ...
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battere
bàttere v. tr. e intr. [lat. tardo battĕre, dal lat. class. battuĕre]. – 1. tr. In genere, colpire ripetutamente con le mani o con altro arnese: a. In senso proprio: b. qualcuno, picchiarlo, [...] o d’altra luce, investire con i raggi, illuminare: Su ’l castello di Verona Batte il sole a mezzogiorno (Carducci); fam., dare un calcio aste graduate. In partic., b. una distanza, misurarla col telemetro. g. In fisica, di grandezze oscillanti ...
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forte1
fòrte1 agg. [lat. fŏrtis]. – 1. a. Di persona, che può sopportare facilmente un grave sforzo, che può resistere alle fatiche materiali e morali, che sa vincere le difficoltà e imporre il proprio [...] partito molto forte. 2. Di luogo, castello e sim., che per natura e per opere energico: usare le maniere forti. g. In fisica, detto di processi terzo dall’impugnatura; il f. dell’esercito, il grosso. b. ant. Il f. del bosco, la parte più interna, ...
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quadro2
quadro2 s. m. [lat. quadrum «figura quadrata», neutro sostantivato dell’agg. quadrus (v. la voce prec.); il sign. 6 a è modellato sul fr. cadre, mentre il 6 b ricalca in alcune locuzioni il russo [...] profilati di ferro. c. In mitilicoltura, castello di pali (fusoli) infissi sul fondo marino quadra (v. quadro1, n. 2 d). g. Nell’industria tessile, termine usato nelle locuz. in q., da custodire con cura e ammirare). b. fig. Pare, sembra un q., è un ...
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vantare
v. tr. [lat. tardo vanĭtare, propr. «essere vano», der. di vanus «vano», vanĭtas «vanità»]. – 1. a. Parlare di qualche cosa in tono elogiativo, sia per dimostrare il proprio compiacimento sia [...] per primo, e me ne vanto. b. Asserire un proprio vero o presunto merito sonetto «Il cavaliere enciclopedico» di G. G. Belli). 3. Nell’ant. linguaggio a vantare, chi di bella giostra, chi di bello castello, chi di bello astore, chi di bella ventura; ...
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marcia2
màrcia2 s. f. [der. di marciare] (pl. -ce). – 1. Modo di locomozione, soprattutto dell’uomo, che differisce dalla corsa (nella quale si ha, nel ritmico movimento delle gambe, un attimo di sospensione [...] e il busto secondo determinate regole. b. Nel linguaggio milit., l’ordinato , igienici, di svago, ecc.: per arrivare al castello, ci vorrà una m. di circa due ore l’impresa dei legionarî che, guidati da G. D’Annunzio, partirono da Ronchi nel 1919 ...
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Architetto e pittore. Nacque a Gandino in Val Seriana, circa il 1509; morì a Madrid nel 1569. Condotto a Genova giovanissimo dal suo primo maestro, il cremonese Aurelio Busso, seguì poi la maniera di Luca Cambiaso, suo amicissimo. Riuscì valente...
Pittore e scultore (Moneglia 1527 - Madrid 1585). Scolaro e collaboratore del padre, Giovanni (1495-1577 circa), negli affreschi di pal. Doria (ora prefettura di Genova). Attento all'arte di Perin del Vaga e del Pordenone, ma anche del Beccafumi,...