anonimia
anonimìa s. f. [dal gr. ἀνωνυμία; v. anonimo]. – 1. Mancanza del nome, il non portar nome. 2. Nella filosofia esistenzialista e in partic. nel pensiero di Martin Heidegger, la condizione di [...] impersonalità in cui viene a trovarsi l’uomo, disperso nel mondo tra le cose e gli altri, e dalla quale può emergere, conquistando la propria autenticità, attraverso l’angoscia ...
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esistenzialismo
eṡistenzialismo s. m. [der. di esistenziale]. – Orientamento filosofico contemporaneo, sviluppatosi nella cultura europea nel periodo tra le due guerre mondiali, e incentrato su temi [...] suoi sviluppi, ora strettamente teologici e cristiani (Karl Barth, Gabriel Marcel), ora apertamente filosofici e fenomenologici (Martin Heidegger, Karl Jaspers, Jean-Paul Sartre), ora artistici e letterarî (Simone de Beauvoir, Albert Camus): elementi ...
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fenomenologia
fenomenologìa s. f. [comp. di fenomeno e -logia; il termine è stato coniato originariamente in tedesco, Phänomenologie, come titolo di una parte dell’opera Neues Organon del matematico [...] più elementari di conoscenza alle esperienze conoscitive più generali fino al sapere assoluto. Successivamente, per influenza di M. Heidegger (con Sein und Zeit, 1927), attività che riordina e fa conoscere quello che si manifesta nell’esperienza ...
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ontologia
ontologìa s. f. [comp. di onto- e -logia]. – Nel linguaggio filos., la scienza dell’essere in quanto essere: il termine è stato introdotto nel sec. 17° e deve in partic. la sua fortuna al filosofo [...] da Aristotele per la scienza dell’essere, poi chiamata metafisica) «in cui sono contenuti tutti i principî della conoscenza umana»; è stato poi ampiamente riutilizzato nel nostro secolo, con valenze diverse, da E. Husserl, N. Hartmann e M. Heidegger. ...
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anarco-conservatore
(anarco conservatore), agg. Che si caratterizza per aspetti propri di una concezione anarchica improntata a una visione conservatrice. ◆ Soprattutto nel dialogo con il filosofo [Martin] [...] Heidegger, egli [Ernst Junger] tenne a sottolineare la sua propensione originaria a un tipo di cultura anarco conservatrice, estetizzante, spesso lontana dal nullismo razzista e dalla volgarità ideologica del nazionalsocialismo hitleriano più ...
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decostruzionismo
s. m. [dal fr. déconstructionisme (da cui anche l’ingl. decostructionism), der. di déconstruction: v. la voce prec.]. – In ambito critico-letterario, metodo di lettura che, diversamente [...] nella critica dello strutturalismo classico di Saussure e Lévi-Strauss, e in qualche modo anche nella filosofia di Nietzsche e Heidegger, cioè nelle tematiche principali del d. filosofico di J. Derrida (1930-2004), che del d. critico è stato il ...
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deiezione
deiezióne s. f. [dal lat. deiectio -onis, der. di deicĕre «gettare giù o fuori», comp. di de- e iacĕre «gettare»]. – 1. Nel linguaggio medico (e, più generalm., dotto), scarica del ventre, [...] (Manzoni). 5. Nella filosofia esistenzialista, traduz. del termine ted. Verfallenheit che indica, in partic. nel pensiero di M. Heidegger (1889-1976), il modo di essere inautentico dell’uomo in quanto «è gettato» nel mondo, preso nella quotidianità e ...
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ermeneutica
ermenèutica s. f. [dal gr. ἑρμηνευτική (τέχνη), propr. «arte dell’interpretazione»; v. ermeneutico]. – Arte, tecnica e attività d’interpretare il senso di testi antichi, leggi, documenti [...] il metodo del comprendere proprio della filosofia, e in partic., nello storicismo e poi nella fenomenologia (spec. di M. Heidegger), l’istituzione di continue correlazioni tra il sé e l’essere in un processo che va dalla totalità delle manifestazioni ...
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nasologia
s. f. 1. Nella letteratura e in usi satirici o scherz., scienza che studia i nasi, discorso o trattato che verte intorno al naso, considerato come tratto identificativo del volto umano. 2. [...] , equivalgono a quelli di Longanesi e di Flaiano, che usavano il naso come radar. Croce non aveva la laurea e Heidegger ne aveva mille. Vittorini traduceva dall'inglese a naso, ma ci ha fatto scoprire la letteratura americana. Bellini componeva ...
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agambeniano
agg. e s. m. Seguace, sostenitore del filosofo Giorgio Agamben. ♦ Il primo personaggio del ritratto di famiglia agambeniano è quello di Heidegger, a cui Agamben dedica molte delle pagine [...] iniziali, e ben 4 fotografie. Proprio negli anni immediatamente successivi alla pubblicazione degli Schwarze Hefte, i Quaderni neri che segnano – ammesso che ce ne fosse stato il bisogno – l’entrata del ...
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Filosofo tedesco (Messkirch, Baden, 1889 - Friburgo 1976). Compì gli studi universitari a Friburgo in Brisgovia, dove conseguì la laurea in filosofia nel 1913 con una tesi su Die Lehre vom Urteil in Psychologismus, pubblicata nel 1914, e la...
Heidegger, Martin
M. Heidegger
1889
Nasce a Messkirch il 26 settembre
1913
Si laurea a Friburgo con H. Rickert
1915-23
Insegna a Friburgo; è assistente di E. Husserl
1923
È professore straordinario a Marburgo
1927
Pubblica Sein und Zeit
1928
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