lenizionelenizióne s. f. [der. di lenire]. – In linguistica, trasformazione fonetica di consonante, che diviene lene, acquistando sonorità (per es., lo spagn. amigo dal lat. amicum) o passando, se occlusiva, [...] nella serie delle fricative (per es. aveva dal lat. habebat). In partic., l. romanza, quella avvenuta in tutta la Romània occid. (Iberia, Gallia, Italia settentr., ma accolta parzialmente anche in Toscana ...
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s, S
(èsse) s. f. o m. – Diciottesima lettera dell’alfabeto latino; della sua forma originaria nella scrittura si hanno scarse notizie per la fase anteriore al greco, non sapendosi con certezza quale [...] di molto maggior rilievo, in questo e in altri punti della storia fonetica dell’italiano, ha avuto il fenomeno più generale nella lenizione romanza, a cui la s tra vocali nel corpo della parola (così come le occlusive sorde p, t, k nella stessa ...
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sego
ségo s. m. [lat. sēbum (v. sebo), con lenizione di -b- in -v- (sevo) e successivo passaggio di -v- a -ġ- (cfr. ùgola, dal lat. uvŭla)] (rarissimo il pl. séghi). – Lo stesso che sévo (forma oggi [...] preferita nel linguaggio tecnico e chimico): candele di s.; questa minestra sa di sego, ha un sapore e un odore di grasso nauseante; mi parean di sego, In quella bella casa del Signore, Fin le candele ...
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scadimento
scadiménto s. m. [der. di scadere]. – 1. Perdita di prestigio, di valore, di qualità; decadenza, declino: lo s. dei costumi, della morale, della cultura. Talora, sinon. di decadimento (riferito [...] . In linguistica: a. Indebolimento articolatorio e concomitante sonorizzazione di una consonante sorda intervocalica, fenomeno più noto come lenizione (v.), che ha però sign. più ampio. b. Degradazione semantica subita, per motivi varî, da una parola ...
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addolcimento
addolciménto s. m. [der. di addolcire]. – L’addolcire, operazione con cui si addolcisce; in usi fig., ammorbidimento, attenuazione: a. dei contrasti, delle tensioni. Con accezioni partic.: [...] della patata, dovuto alla trasformazione di una parte dell’amido in zucchero provocata da temperature basse, per cui vengono alterate le qualità organolettiche del tubero; in linguistica, a. di una consonante, sinon. di indebolimento o lenizione. ...
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d, D
D (di, ant. o region. de 〈dé〉) s. f. o m. – Quarta lettera dell’alfabeto latino, la cui forma maiuscola deriva, attraverso il delta greco (Δ), dal dalet fenicio; dall’originaria capitale si sono [...] della t in non poche parole di tradizione popolare (es. strada, lat. strata), caso particolare del vasto fenomeno della lenizione. Ma davanti a i semiconsonante si può trovare d quasi soltanto nei latinismi e nei grecismi (es. medio, podio, voci ...
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t, T
(ti, ant. o region. te 〈té〉) s. f. o m. – Diciannovesima lettera dell’alfabeto latino, la cui forma deriva da quella del tau greco, identico nella maiuscola (che a sua volta è una modificazione [...] . subtrahĕre, factum, septem). Fanno eccezione le parole in cui il t latino ha subìto nel tempo il fenomeno della lenizione, cioè della sonorizzazione in d, caratteristico dell’alta Italia e accolto successivamente anche in Toscana ma per un numero ...
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raddolcimento
raddolciménto s. m. [der. di raddolcire]. – 1. L’operazione e l’effetto del raddolcire o del raddolcirsi; per lo più in senso fig.: r. di un suono, della voce; r. della temperatura. 2. [...] In fonetica, termine talvolta usato come sinon. di palatalizzazione ovvero di lenizione. 3. Nella tecnica metallurgica, operazione che ha lo scopo di ridurre gli effetti conseguenti a una lavorazione a freddo o a determinati trattamenti termici ...
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In linguistica, trasformazione fonetica di consonante, che diviene lene (tenue, lieve), acquistando sonorità (per es., lo spagn. amigo dal lat. amicum) o passando, se occlusiva, nella serie delle fricative (per es., aveva dal lat. habebat).
In...
grato (sost.; grado)
Le due forme (‛ grado ' per lenizione settentrionale della -t- in -d-) si alternano senza differenza di costrutto o di significato.
Fatta eccezione per Pg VIII 67 Per quel singular grado / che tu dei a colui che..., e Pd...