preposizioneprepoṡizióne s. f. [dal lat. praepositio -onis (der. di praeponĕre «preporre», part. pass. praeposĭtus), che traduce il gr. πρόϑεσις]. – 1. Il fatto di preporre, di essere preposto a un [...] , davanti, dietro, prima, dopo), che hanno accentazione propria, possono essere usate anche come avverbî (per es.: tu vai avanti: io verrò dopo) e non ammettono le forme articolate. La preposizione usata come primo elemento nella formazione di nomi e ...
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se
sé pron. rifl. [lat. sē] (radd. sint.). – 1. Forma forte della declinazione del pron. rifl. di 3a pers.; si usa soltanto quand’è riferito al soggetto (maschile o femminile, singolare o plurale) o [...] di sé), nei seguenti casi: a. Come complemento, preceduto da preposizione: la miglior parte di sé; far ridere di sé; attirare a sé, vive a sé, di persona che ha casa per conto proprio, o che vive appartata; un ragazzo chiuso in sé (stesso), che non ...
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voi
vói (ant. e poet. vui) pron. pers. pl. [lat. vōs]. – È il pronome di seconda persona plurale, usato cioè dalla persona che parla quando si riferisce ad altre persone realmente o idealmente presenti; [...] sparse il suono Di quei sospiri ... (Petrarca); sia come compl. ogg. o compl. indiretto formato con preposizione (corrispondente plur. di te): abbiamo scelto proprio voi, precisamente voi; l’ho preparato per voi; a voi non si può dir niente; di voi ...
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quando
avv., cong. e s. m. [lat. quando]. – 1. avv. a. Ha la funzione di domandare, in frasi interrogative, in quale tempo o momento si determinerà, si è determinato o si determina, un fatto, una situazione [...] letto q. i polli, andare a letto presto. Preceduto da preposizione: da q. non c’è più sua moglie, soffre molto la stavo uscendo, quand’ecco squilla (o che squilla, o squillare) il telefono. Propria dell’uso ant. o dial. è la locuz. quando che, per il ...
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disforia di genere loc. s.le f. Condizione di intensa e persistente sofferenza causata dal sentire la propria identità di genere diversa dal proprio sesso anatomico. ♦ «Come ha appena detto la compagna [...] Ad esempio, in alcuni individui, può essere sufficiente modificare il proprio ruolo di genere (termine che indica tutto ciò che una del Veneto/Cronaca).
Composto dal s. f. disforia, dalla preposizione di e dal s. m. genere.
Già presente nella ...
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valere
valére v. intr. [lat. valēre «essere forte, sano; essere capace; significare»] (pres. indic. valgo [ant. o poet. vàglio], vali, vale, valiamo, valéte, vàlgono [ant. o poet. vàgliono]; pres. cong. [...] è la firma che vale; le tue sono ragioni che non valgono proprio; vale qualcosa questa dichiarazione?; la colpa è sua, né vale affermare valore o di prezzo che, essendo formato senza alcuna preposizione, può essere in taluni casi sentito come un ...
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imparare
1. MAPPA IMPARARE vuole dire acquisire la conoscenza di qualcosa, o fare propria una serie di conoscenze relative a un’arte, a una scienza, a un’attività per mezzo dello studio, dell’esercizio, [...] fare qualcosa; in questo caso si costruisce, generalmente, con la preposizione a seguita da un verbo all’infinito (i. a leggere, a esperienza (nella vita, c’è sempre da i.; i. a proprie spese).
Parole, espressioni e modi di dire
imparare la lezione
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articolo
artìcolo s. m. [dal lat. articŭlus, dim. di artus -us «articolazione, arto, membro»]. – 1. Parte variabile del discorso che si premette al sostantivo o a parti del discorso sostantivate, precisando [...] un essere od oggetto individuato (che è la funzione propria dell’a. definito o determinativo) o di un essere o oggetto non individuato (a. indefinito o indeterminativo). A. partitivo, la preposizione articolata formata da di + il, lo, la, ecc. (cioè ...
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io
(ant. éo; ant. o pop. tosc. 'e’, i’', solo in posizione proclitica) pron. pers. sing. [lat. volg. *ĕo, lat. class. ĕgo]. – 1. È il pronome di 1a persona, usato cioè dalla persona (o cosa personificata) [...] soggetto; nel resto della declinazione ha la forma tonica me (v.) per il compl. oggetto e per i compl. formati con preposizione (chiamò proprio me; venite con me), la forma atona mi (v.) per il compl. oggetto e il compl. di termine (mi chiamò; mi ...
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nome
nóme s. m. [lat. nōmen, da una radice comune a molte altre lingue indoeuropee (sanscr. nā̆ma, armeno anum, ittita lāman, gr. ὄνομα, got. namo, paleoslavo imę, albanese emër, ecc., forme certamente [...] «Italia»; il n. «uomo»; o come complemento, introdotto dalla preposizione di (compl. di denominazione): il n. di libertà; un soggetto agisce in rappresentanza del figlio, nel 2° per conto proprio ma nell’interesse del figlio, nel 3° in parte per sé ...
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Il sintagma preposizionale è un sintagma (➔ sintagma, tipi di) composto da una preposizione (che fa da testa del sintagma; ➔ preposizioni) e da un elemento da essa retto (➔ reggenza). Spesso questo elemento, detto complemento del sintagma, è...
Le locuzioni preposizionali sono combinazioni fisse di due o più parole (come davanti a, invece di, di fronte a, a causa di, da parte di, in relazione a, conformemente a) che costituiscono unità polirematiche (cioè lessemi complessi; ➔ polirematiche,...