taglio
tàglio s. m. [der. di tagliare]. – 1. L’azione e l’operazione di tagliare, il fatto di venire tagliato: t. dei capelli (t. normale, corto, scalato, a caschetto, con la sfumatura alta o bassa, ecc.), t. della barba (con le forbici); t. dell’erba, e erba da taglio; il t. del fieno; t. di fili metallici, di lamiere, di laminati plastici; t. dei rami o delle fronde di una pianta, t. di una siepe; attrezzi, strumenti da taglio, come la falce e la roncola, l’accetta; armi da taglio, come la scimitarra, l’ascia o la scure da guerra; armi da punta e da taglio, come la spada e la sciabola, la baionetta; vendere a taglio, tagliando dall’intero la parte richiesta dal cliente, per es. una stoffa, un nastro, ecc., oppure la pizza, il pesce, i cocomeri (che si vendono a fette), ecc.: pizza a t., cocomeri a t., ecc. Con riguardo al modo di tagliare, t. netto, deciso e preciso: staccare, recidere con un t. netto; spesso fig.: dare un t. netto a una questione, risolverla in modo deciso e perentorio; dare un t. netto a una relazione, troncarla in modo definitivo (con il sign. di «troncare», anche semplicem. dare un t., nell’uso fam.: basta così, diamo un t. alla discussione, o alle chiacchiere, e sim.; e dài o dacci un t.!, come esclam. spazientita, sméttila!); la ragione e il torto non si dividon mai con un t. così netto, che ogni parte abbia soltanto dell’una o dell’altro (Manzoni), dove la parola assume il sign. fig., che ha talora anche in altri contesti, di «punto di divisione», «linea di separazione». Riferito al corpo umano e animale, può indicare sia l’asportazione o, nel linguaggio corrente, l’amputazione di una sua parte (condannare al t. della testa o delle mani, con pena capitale e pena con cui si punivano nel passato i ladri; si è reso necessario il t. della gamba), sia, anche nel linguaggio medico, l’incisione chirurgica (per alcuni interventi classici, per lo più riguardanti la chirurgia addominale, il taglio dei tegumenti prende il nome dal chirurgo che lo ha introdotto nell’uso: per es., t. di McBurney nell’appendicectomia); t. cesareo, operazione ostetrica con cui il parto viene espletato per via addominale, attraverso l’incisione delle pareti addominali e della parete uterina (v. cesareo2). Con uso estens., t. delle carte, la divisione in due o più parti del mazzo delle carte da gioco già mescolate, prima della distribuzione; t. delle cedole, il distacco delle cedole dai titoli; t. di un istmo, l’apertura di un canale in un istmo per creare un collegamento di due mari o specchi d’acqua. Usi e sign. particolari: a. In selvicoltura (anche tagliata, abbattuta), la recisione dei polloni o degli alberi di un bosco, eseguita con modalità differenti a seconda della forma di governo del bosco stesso (ceduo, fustaia) e con adatti strumenti taglienti (pennato, accetta, sega): t. a becco di flauto, per i piccoli fusti, secondo un solo piano inclinato; t. a zeppa o a schiena d’asino, per i grossi fusti, secondo due piani inclinati in fuori; t. a chierica di monaco o a testa di monaco, a forma leggermente convessa, con un piano centrale fra i due inclinati in fuori. b. T. delle pietre, l’operazione, detta anche stereotomia, che si effettua sulle pietre adatte a essere squadrate secondo dimensioni prestabilite per l’uso nell’edilizia e che sono perciò dette pietre da taglio. T. delle pietre preziose, l’operazione alla quale si sottopongono tali pietre allo scopo di dar loro maggiore lucentezza e splendore; anche, la tecnica e il modo in cui l’operazione viene compiuta e la forma che ne risulta: t. a brillante, t. a cabochon (v. brillante2 e cabochon). c. In sartoria, l’operazione, e anche la tecnica, di tagliare la stoffa per la confezione di abiti: prendere le misure per il t. della giacca; maestro di t., scuola di taglio (o di t. e cucito, di t. e confezione); avere un buon taglio. d. In cinematografia, t. del negativo, operazione (svolta generalmente da apposite persone in sale di montaggio annesse a uno stabilimento di sviluppo e stampa) che consiste nell’adeguare il negativo del film al positivo della copia di lavorazione definitiva in sede di montaggio: consiste quindi in un montaggio del negativo stesso dal quale verranno poi stampate la copia campione e le altre copie del film. e. Nella tecnica dell’incisione, t. dolce (dal fr. taille-douce), calcografia eseguita direttamente su rame col bulino, senza morsura chimica. f. In numismatica, con l’espressione al t. di si indica il numero delle monete che si ricavano da un determinato peso di metallo: per es., il fiorino coniato nel 1253 a Firenze era al t. di 96 per libbra; cioè si impiegava una libbra (0,339 kg) d’oro per la coniazione di 96 fiorini, ognuno dei quali pesava 3,54 g. Nei paesi a sistema metrico decimale, l’unità di peso e massa su cui è calcolato il taglio è di solito il chilogrammo. g. In meccanica, sforzo di t., relativamente alle forze di superficie esercitate tra due strati di una sostanza, la componente della risultante di tali forze giacente sulla superficie di separazione, in contrapposizione allo sforzo di trazione che ne rappresenta la componente ortogonale alla superficie: lo sforzo di taglio può essere bilanciato nei solidi dalle forze di natura elastica che si oppongono allo scorrimento, nei fluidi dall’attrito tra le varie particelle del fluido; in partic., nella scienza delle costruzioni si dice che la sezione di una trave o di altro corpo è sollecitata a taglio quando le azioni molecolari che si trasmettono da una parte all’altra attraverso quella sezione hanno come risultante un’unica forza contenuta nel piano della sezione e passante per il baricentro di questa. In fisica, onda di t., onda elastica che sollecita soltanto a taglio ogni elemento del mezzo in cui si propaga, per cui l’elemento si deforma ma non cambia di volume; è detta anche onda rotazionale in quanto il suo vettore d’onda ha rotore non nullo. h. Nella tecnologia meccanica, t. dei metalli, operazione eseguita a caldo o a freddo con macchine diverse su profilati o pezzi varî per ridurli alle dimensioni volute; anche l’operazione di asportazione di metallo effettuata con le macchine utensili (per es., su pezzi grezzi di fusione, o nella finitura superficiale di pezzi lavorati). i. In elettronica, frequenza di taglio, la frequenza che in un filtro separa la gamma delle frequenze attenuate da quella delle frequenze non attenuate. l. In economia, taglio dei biglietti (di banca), lo stesso che cambio dei biglietti (v. cambio, nel sign. 2 a). m. Soppressione, eliminazione di una parte di un discorso o di uno scritto, di un’opera letteraria, teatrale, cinematografica o radiotelevisiva, musicale, attuata per abbreviarli, per ragioni artistiche o di opportunità o di altra natura: questo discorso (o articolo, rapporto, racconto, film, ecc.) è troppo lungo, è necessario qualche t.; col t. di qualche scena, la commedia diventerà più agile; quel film, con i t. imposti dalla censura, ha perso gran parte del suo valore artistico. 2. a. L’effetto del tagliare, il segno che rimane, la soluzione di continuità che ne è il risultato: una tovaglia piena di tagli; c’era nella tela un lungo t. obliquo. L’aspetto della superficie, del margine di un oggetto nel punto dov’è stato tagliato: un t. netto, preciso, diritto, storto, sfrangiato, ecc. Quando non ci sia stata separazione delle due parti, si intende il solco, l’incisione rimasti: un t. superficiale, profondo; in partic., taglio o ferita da t., la lesione traumatica prodotta da superficie tagliente (col duplice meccanismo della compressione e dello scorrimento), e caratterizzata dalla linearità dei margini e dal sanguinamento abbondante: fasciarsi, disinfettare, medicarsi un t.; aveva un profondo t. al ginocchio. b. Lineetta (orizzontale, verticale, obliqua secondo i casi) che in particolari alfabeti o sistemi grafici taglia determinate lettere o segni d’altro genere, modificandone il valore: la «l» col t. (ł, Ł) dell’alfabeto polacco. In partic., in musica, breve lineetta addizionale, che taglia la testa o il gambo delle note sopra o sotto il rigo: il «la» sopra il rigo ha un t. in testa, il «mi» ha due t. in collo e uno in testa. c. Nell’impaginazione dei giornali, taglio o articolo di t., un articolo collocato al centro della pagina (in partic.: t. alto, nella parte superiore; t. medio, nella parte centrale; t. basso, nella parte inferiore) con titolo su due o tre colonne (così da «tagliare» in certo modo la pagina), e spec. l’articolo al centro della terza pagina, che non ha carattere precipuamente letterario ma si ispira ad argomenti d’interesse giornalistico o ad avvenimenti d’attualità. 3. Ciò che si taglia o che serve per essere tagliato, la parte o il pezzo che risultano dal taglio. In partic.: a. Quantità di tessuto occorrente per la confezione di un abito o di un altro indumento: un t. di stoffa inglese per vestito da uomo; è rimasto ancora un t. di seta sufficiente per una camicetta. b. Ciascuna delle parti in cui si usa tagliare la bestia macellata, spec. i bovini, secondo metodi e con nomenclatura diversi da regione a regione (lombata, filetto, girello, ecc.) ma unificate dal 1938 secondo norme unitarie per tutta l’Italia (t. nazionale), che raggruppano le varie sezioni in 3 tagli, detti I, II e III (quest’ultimo suddiviso in carne scelta e carne comune). Con altro sign., pezzo di carne cruda tagliata in una delle parti dell’animale macellato: un t. nel filetto, un buon t. per il lesso. c. settentr. Un t. di birra, un quarto di litro di birra versato e presentato al cliente in un bicchiere da mezzo litro, in modo tuttavia che la schiuma superi la metà del bicchiere (in questa accezione, taglio si riconnette col verbo tagliare nel sign. di «ridurre di quantità»). 4. a. La maniera di tagliare, il modo con cui qualche cosa è stata tagliata; in partic., la maniera, lo stile con cui un sarto taglia l’abito, lo confeziona e gli dà la linea: sarto, sarta che ha un bel t., un t. originale; oppure, la linea del vestito: un completo di t. classico, una giacca di t. sportivo; è un soprabito di t. antiquato; mettendosi una sua casacca d’un t. che aveva qualche cosa del militare (Manzoni). Più raram., di altre cose, linea, forma: un mobile del Settecento di t. molto elegante; nell’uso ant., di persona, con riferimento alla statura e alle proporzioni del corpo (v. taglia1, n. 2 c): una ragazza di bel t., un uomo di t. robusto; o anche alle qualità morali e al carattere. In senso fig., impostazione, carattere di una pubblicazione o di un’opera, di un discorso: un libro di storia di t. divulgativo; un romanzo di t. sociologico; un discorso di t. politico, o moralistico. b. In marina, t. delle vele, la forma del perimetro delle vele, la quale ha notevole importanza sulla loro capacità di sfruttare il vento; e anche il modo come si tagliano e si cuciono insieme i diversi ferzi per ottenere tale forma. c. In tipografia, t. dei caratteri, la forma o fisionomia dei caratteri da stampa: caratteri di t. fine, stretti e allungati, di t. grosso, rotondi e larghi. Con altro sign., la parte di metallo sporgente fuori del quadro di una lettera fusa, per le lettere aventi una parte che si appoggia sulla spalla della lettera vicina. d. Nell’industria tessile, la lunghezza in millimetri delle fibre chimiche appartenenti a un determinato lotto: il suo valore influenza la filabilità della fibra, la resistenza dinamometrica del filato ottenuto, la resilienza e l’attitudine al pilling del tessuto prodotto con tale filato. e. In cinematografia, t. d’inquadratura, il limite e l’impostazione dell’immagine fotografica. f. In economia e finanza, con riferimento alla dimensione e quindi al valore di monete cartacee e titoli di credito: i t. di una serie di banconote, di un’emissione di Buoni del Tesoro; biglietti di banca, titoli di stato o azionarî, obbligazioni di piccolo t. o di grosso taglio. 5. a. Riferito a strumenti o elementi taglienti, o ad armi da taglio, la parte, l’orlo, della lama che ha la funzione di tagliare: coltello con t. affilato, sottile, aguzzo, vivo, ottuso, smussato; lama a un t., lametta a due t.; guastare, rovinare, far perdere il t. (a un coltello, a uno scalpello, ecc.); questo rasoio ha perso il t., non ha più taglio; dare, ridare, rifare il t. a una lama, alle forbici, alla scure, ecc.; ferire di t., col taglio, con la parte tagliente della lama; colpire di punta e di taglio; arma a doppio t., anche in senso fig., azione, argomento, mezzo di attacco che, oltre a nuocere a colui contro cui è diretta, può ritorcersi a danno di chi se ne serve; prendere il coltello per il t., anche (ma ormai raro) in senso fig., lo stesso che «prendere le cose di punta», affrontare cioè una situazione in modo intransigente o violento, anziché con calma e spirito conciliativo; ant., mettere al t. della spada, passare a fil di spada, per le armi. b. estens. La parte più stretta, di minore spessore, di alcuni oggetti, come i libri, i mattoni, le monete, ecc., contrapposta alla parte di maggiore superficie (cioè alla faccia, al piatto); in partic., in legatoria, ciascuno dei tre margini esterni liberi delle pagine di un libro, detti rispettivamente t. superiore o (di) testa, t. inferiore o (di) piede, e t. anteriore o davanti o concavo, quello (detto anche gola) che fronteggia il dorso; libri, volumi con t. raffilati, con t. dorati, marmorizzati, cesellati; falso t., quando il taglio è imperfetto e non raggiunge uniformemente tutti i fogli. Con sign. più generico, riferito a oggetti di forma più o meno appiattita, mettere in t., di t., per t., per ritto, in modo da poggiare in piano e presentare all’esterno i lati di minore spessore: disporre i libri di t.; que’ ruspi ... li contò, penò alquanto a metterli di nuovo per t., e a tenerli lì tutti, ché ogni momento facevan pancia, e sgusciavano dalle sue dite inesperte (Manzoni); mettere i mattoni per t. (lo stesso che per coltello), in modo che la parte orizzontale sia sempre costituita da una delle facce di minore superficie; tenere, usare i remi di t., con il loro piano perpendicolare alla superficie del mare. In marina, vele di taglio, le vele che, sostenute da antenne, stralli ecc., vengono a trovarsi nel piano longitudinale della nave. c. fig. Cadere, venire in t., cadere opportuno, capitare a proposito (spec. di parole, frasi, osservazioni, e sim.): è un proverbio che viene proprio in t., che fa al caso nostro; io l’ho preso, perché mi veniva in t.; e dico dove, per non farmi bello della roba altrui (Manzoni); anche, venire a taglio: se io averò il tempo, io ne predicherò domenica mattina; e se io non avesse il tempo, un altro dì che mi venga a t. (Sacchetti), che mi si presenti l’occasione opportuna. 6. Nel calcio, nel tennis, nel biliardo e in altri sport e giochi con la palla, movimento di rotazione impresso alla palla colpendola in una direzione tangenziale rispetto alla sua superficie in modo che la traiettoria del tiro risulti incurvata o la direzione del successivo rimbalzo risulti alterata: colpire la palla di t.; dare il t. (o l’effetto) alla palla. 7. Taglio dei vini, pratica enologica consistente nella mescolanza di due o più qualità di vino allo scopo di compensare i pregi e i difetti dei componenti, ottenendo un prodotto finale più rispondente alle esigenze dei consumatori; si pratica per lo più sui vini rossi mescolando a vini leggeri una certa quantità di vino ricco d’alcol, di estratto secco e di colore (vino da taglio). Con sign. analogo, l’operazione di «tagliare» una droga (v. tagliare, nel sign. 2 f): eroina con taglio di stricnina, di codeina; tossicodipendenti che muoiono per i t. con sostanze pericolose (o, con espressione del gergo, sporche). 8. Nella tecnologia del petrolio, come sinon. di frazione (v.), miscela di molti componenti ottenuta per frazionamento di una miscela ancora più complessa; in partic. i t. laterali di una colonna di topping sono le frazioni liquide uscenti a diverse altezze dalla colonna e costituenti prodotti destinati all’impiego (benzina pesante, cherosene, gasolio). 9. Nel linguaggio musicale, con riferimento a strumenti a fiato, il termine è usato come sinon. di accordatura (cioè tonalità in cui lo strumento è accordato): per es., della tuba bassa si hanno tagli in fa e in si bemolle (cfr. tagliato, nel sign. 1 b). 10. Nel bridge, l’atto e anche l’effetto del tagliare (v. tagliare, n. 2 b); presa di taglio, effettuata giocando una carta di atout in un seme del quale si è mancanti. ◆ Dim. tagliétto, tagliettino, quasi esclusivam. nel sign. 2 a.