tamponare
v. tr. [dal fr. tamponner, der. di tampon «tampone»] (io tampóno, ecc.). – 1. Chiudere con un tampone: t. una ferita (v. tamponamento); tamponarsi il naso con un batuffolo d’ovatta (in caso di epistassi), ecc. Per estens., chiudere una falla in un’imbarcazione con un mezzo di fortuna (tappo, turafalle, paglietto, ecc.); chiudere provvisoriamente con cenci, stoffa o in altro modo, un’apertura improvvisamente prodottasi in un recipiente, per arrestare il flusso del liquido: t. una falla in una barca, una rottura in una vasca o in una conduttura. In usi fig.: t. una falla nel patrimonio, t. un debito, porvi un rimedio provvisorio e urgente; t. una situazione di emergenza; t. la minaccia di una crisi, ecc. 2. Riferito a un veicolo, urtare con la parte anteriore (originariamente, riferito a treni o tram, con i tamponi o respingenti) un altro veicolo che proceda nella stessa linea di marcia o si trovi in sosta, investendolo nella parte posteriore: il rapido ha tamponato un treno merci fermo in stazione; il pesante autotreno tamponò la vettura che aveva bruscamente frenato; con soggetto e oggetto di persona: sta attento, con questa nebbia, a non t. qualcuno; mi hanno tamponato mentre ero fermo al semaforo. 3. In chimica, t. una soluzione, aggiungervi un tampone. ◆ Part. pass. tamponato, anche come agg., nelle varie accezioni del verbo: falla, ferita, soluzione tamponata; verificare i danni della vettura tamponata; anche, e per lo più scherz., con riferimento a persona che abbia subìto un tamponamento: l’autista tamponato (o, come sost., il tamponato, la tamponata) stava discutendo vivacemente con il suo investitore.