tantalio
tantàlio s. m. [lat. scient. Tantalium, der. del nome del mitico Tàntalo, lat. Tantălus; fu così denominato dal suo scopritore A. G. Ekeberg perché non si scioglie negli acidi ed è quindi paragonabile a Tantalo, condannato nell’oltretomba al supplizio di non poter bere l’acqua che lo circonda ma che sfugge alle sue labbra]. – Elemento chimico, di simbolo Ta, numero atomico 73, peso atomico 180,95, appartenente al 5° gruppo del sistema periodico, scoperto nel 1802. Esiste in natura in minuti granuli cristallini in campi auriferi degli Urali e degli Altai ed è contenuto, generalmente assieme al niobio, in numerosi minerali, dei quali hanno interesse per l’estrazione la tantalite e la columbite. Si presenta come un metallo duttile, malleabile, resistente a quasi tutti gli agenti chimici, che fonde a 3000 °C; la sua valenza principale è 5, ma forma anche composti nei quali funge da trivalente; è usato in apparecchiature per l’industria chimica, nell’industria elettronica, nella preparazione di leghe per acciai inossidabili, e sotto forma di fili per suture, lamine, tubicini, ecc., in chirurgia, in odontoiatria, in traumatologia, e, per la sua resistenza alla corrosione, nell’industria nucleare.