tecnomaniaco
(tecno-maniaco), s. m. Chi è fissato con le innovazioni tecnologiche. ◆ La Fnac è un po’ tutto questo insieme. Così infatti recita il sito web del colosso d’oltralpe, proprio a porre l’accento sulla nuova forma di vivere la cultura: quella libera, quella che molti lettori appassionati, melomani convinti e tecnomaniaci vorrebbero, e cioè la libertà di toccare i libri, di sfogliarli, di ascoltare cd o di provare le nuove tecnologie senza subire l’assalto dei commessi e sentirsi in obbligo all’acquisto. (Marina Leonardini, Stampa, 21 maggio 2002, p. 47, In Città) • Pare proprio che il famoso digitale terrestre, tenuto in gran conto dalla legge Gasparri come nuova frontiera del mercato dei media, sia un clamoroso flop. I decoder fin qui venduti, nonostante l’obolo statale, sarebbero duecentomila, tanti quanti bastano a fondare un clubbino di tecno-maniaci, non certo a cambiare quote di mercato e abitudini dell’utenza. (Michele Serra, Repubblica, 17 maggio 2004, p. 1, Prima pagina) • Si parla di dipendenza se il ragazzo ha sintomi di astinenza quando è costretto a stare lontano dal computer o dal telefonino, tende a trascurare impegni scolastici e amicizie, a interrompere le relazioni famigliari e a perdere contatto con la realtà. Il profilo del «tecnomaniaco» è quello di un individuo fragile, con segni di un disadattamento e di una inadeguatezza affettiva che non riesce a contrastare, forse a causa dell’incapacità di regolare le proprie emozioni. (Daniele La Barbera, Corriere della sera, 22 ottobre 2006, p. 57, Salute).
Composto dal confisso tecno- aggiunto al s. m. maniaco.
Già attestato nel Corriere della sera del 18 dicembre 1993, p. 42 (Anna Vullo).