tecnopopulismo
s. m. In politica, combinazione di tecnocrazia, aggiornata dall’uso anche spregiudicato dei nuovi media, e populismo. ♦ Se alziamo lo sguardo dalle vicende di cronaca il caso Roma spiega l’emergere di una nuova categoria della politica che si sta dispiegando in tutto il mondo occidentale: il tecnopopulismo. Nella crisi infinita dei partiti tradizionali cresce un messaggio di profonda contestazione alle classi politiche, amministrative ed economiche in nome della protezione e del riscatto del popolo mentre, al tempo stesso, il capitalismo globale non può fare a meno dei tecnici per gestire le sue complessità. I segni e gli effetti su larga scala della tensione tecnopopulista sono evidenti: le contrattazioni del Ttip, l’accordo commerciale tra Unione europea e Stati Uniti d’America, si sono bloccate definitivamente per le proteste dei movimenti populisti e le indecisioni dei committees tecnocratici; il problema dell’immigrazione partorisce molte risposte amministrative e costituisce un capitale politico per molti dei nuovi partiti europei, ma non delinea risposte decise da parte dei governi, cioè della politica tradizionale. In questo scenario, chi paga il prezzo della dialettica tecnopopulista sono proprio le classi politiche e le arti che queste rappresentano: mediazione, moderazione, prudenza, ricerca del compromesso. Tuttavia, il tecnopopulismo non è una soluzione possibile, ma un pericolo. (Lorenzo Castellani, Foglio.it, 20 settembre 2016) • Il tecnopopulismo è la strategia, attuata con i vecchi e i nuovi media, che mira a intercettare e a volgere a proprio favore il malcontento generale che ha un andamento inversamente proporzionale al benessere economico della società. (Roberto Cazzanti, Open data e nativi digitali: per un uso intelligente delle tecnologie, novembre 2016, p. 60, libreriauniversitaria.it) • «La democrazia è fragile, ha tempi lunghi, ma non si abbatte facilmente. Per questo – ha spiegato – va difesa, soprattutto dal tecnopopulismo (ovvero il populismo che va a braccetto con l'efficientismo) il vero assassino della democrazia». [Michele Sorice] (Alessandro Farulli, Tirreno.it, 21 gennaio 2017, Cronaca Livorno) • “Macron e Salvini si conciliano male”, dice uno degli uomini più vicini al segretario federale della Lega Matteo Salvini. Che spiega: “Di Maio e Salvini si capiscono bene, parlano la stessa lingua perché sono anagraficamente vicini. Ma è chiaro che se il M5s si trasforma in un alleato di Macron, che è un figlio della finanza internazionale e un globalista, a quel punto un governo Lega-M5s diventa difficile. A fine maggio dell’anno prossimo si votano le europee? E poi che succede?”. Chissà. Intanto sembra abbastanza incredibile, che nel Movimento etichettato come populista pensino di potersi legare all’europeismo di Macron. “In Francia si parla di tecnopopulismo”, rispondo loro. Populisti competenti, affidabili. Ma è possibile? (Salvatore Merlo, Foglio.it, 29 marzo 2018, Politica).
Composto dal confisso tecno- aggiunto al s. m. populismo.