telefono
telèfono s. m. [comp. di tele- e -fono; il termine, di coniazione fr. (téléphone) ma con altro sign., solo nel 1885 acquista, con l’ingl. telephone, il sign. attuale]. – 1. a. Dispositivo che, trasformando le vibrazioni acustiche in variazioni di una corrente elettrica e queste ultime di nuovo in suoni, consente la trasmissione della voce e di suoni a distanza (v. telefonia). Più in partic., l’apparecchio, dotato di un microfono e di un ricevitore, dal quale si parla e si ascolta nelle conversazioni telefoniche con altra persona lontana che fa contemporaneamente uso di un altro apparecchio uguale o analogo; consta di un gancio commutatore, o altro dispositivo analogo, per commutare il normale stato di riposo nello stato di impiego della linea, di un disco combinatore (t. a disco, meno recente) o di una tastiera (t. a tastiera) per l’invio al sistema telefonico dei segnali necessarî per stabilire le comunicazioni desiderate, di una soneria per le chiamate dirette all’apparecchio telefonico, nonché dei componenti per la realizzazione dei circuiti del microfono e del ricevitore e per l’attenuazione dell’effetto locale, in modo che chi parla non oda nel ricevitore la propria voce: t. da tavolo, t. da muro; numero del t., il numero, di più cifre, assegnato a ogni singolo utente, che serve a identificare quest’ultimo nel distretto telefonico di appartenenza; chiamare qualcuno al t.; parlare per t.; andare al t., quando si è stati chiamati (ellitticamente, da parte di chi ha raccolto la chiamata: il dottore al t.!; ingegnere, al t.!; al t.!); colpo di t. (dal fr. coup de téléphone), breve telefonata: appena sai qualche cosa di sicuro, dammi un colpo di t. per avvisarmi. Con riferimento all’apparecchio telefonico si è parlato di cinema dei t. bianchi per indicare un genere di film, di tono leggero e frivolo, prodotti tra la fine degli anni ’30 e i primi anni ’40 del Novecento, caratterizzati appunto dalla presenza, nell’arredamento degli ambienti, di telefoni bianchi, simboli snobistici di una classe sociale borghese che amava circondarsi di oggetti raffinati, manifestazione di uno stile di vita che, distinguendosi esplicitamente da quello della piccola borghesia e del proletariato, si offriva proprio per tale motivo allo spettatore come modello ideale a cui aspirare. b. Impianto telefonico, nel suo complesso: l’appartamento è nuovo e sono ancora senza t.; farsi mettere il t. in casa; i cavi, i fili del t.; t. interno, quello che collega le varie stanze di un ufficio, o i diversi uffici di un istituto, di uno stabilimento, di un ministero, ecc. (contrapposto al t. esterno, per le comunicazioni con l’esterno); t. pubblico, collocato in pubblici esercizî o altri luoghi aperti al pubblico (bar, stazioni, locali varî, piazze e strade, ecc.), per l’uso di chiunque voglia telefonare, mediante pagamento di una somma stabilita o introducendo monete o una carta telefonica in apposite fessure dell’apparecchio. In relazione al tipo di impianto e di funzionamento delle varie apparecchiature: t. senza fili, detto anche t. radiomobile, lo stesso che radiotelefono, distinguibile in veicolare, installato su autoveicoli, trasportabile (a tracolla o a mano), del peso di circa 2 kg, e portatile, più compatto e leggero (circa 350 g); t. senza filo (anche detto cordless), apparecchio telefonico composto di una base collegata alla normale rete di telecomunicazioni e di un apparecchio portatile a batterie (ricaricabili quando l’apparecchio è a riposo poggiato sulla base), completo di trasmettitore, ricevitore, tastiera e tasto commutatore autonomo, con il quale si può comunicare spostandosi dalla base per un raggio di almeno 50 m all’interno dell’abitazione e di almeno 200 all’esterno; t. (a) viva voce, apparecchio telefonico dotato, oltre al normale ricevitore a cornetta, di un ricevitore con altoparlante che consente di comunicare dall’interno di un ambiente (un locale, un autoveicolo o altri mezzi mobili se si tratta di radiotelefono) senza alzare la cornetta, e anche di far partecipare alla conversazione chi si trovi nello stesso ambiente; t. multifunzione, apparecchio dotato di funzioni accessorie quali la segreteria telefonica, la possibilità di funzionare come telefono a viva voce, la segnalazione di messaggi in arrivo durante una comunicazione; t. (a) multifrequenza, apparecchio con il quale, grazie a un sistema di multiplazione per divisione di frequenza, sono possibili varî tipi di comunicazioni multiple su una stessa linea telefonica, come la conversazione con più d’una persona contemporaneamente o la commutazione delle chiamate da una linea a un’altra; t. cellulare, denominazione invalsa nell’uso per indicare il telefono portatile, chiamato anche telefonino, o assol. il cellulare come s. m., che utilizza il sistema di trasmissione radio della telefonia cellulare (v. telefonia). c. Servizio telefonico, linea telefonica, spec. in quanto siano predisposti per collegamenti particolari: t. rosso (o linea rossa, o anche, per traduz. dell’ingl. hot line, linea calda), la linea privata di comunicazione che unisce direttamente la Casa Bianca e il Cremlino, istituita nel 1963 a disposizione dei due capi di stato americano e sovietico soprattutto in periodi di emergenza, al fine di evitare possibili stati di crisi internazionale; l’installazione della linea, che all’inizio comprendeva due stazioni telescriventi e un circuito telegrafico duplex permanente, si è successivamente arricchita di due nuovi circuiti di comunicazione via satellite. In altri casi, specificato da un aggettivo qualificativo, che per lo più è nome di un colore, il termine indica un servizio telefonico gestito da privati, appositamente istituito per prestare aiuto a determinate categorie di persone o a persone che si trovino in particolari situazioni: t. amico, che fornisce consigli e sostegno psicologico a tossicodipendenti, alcolisti, malati di AIDS e anche a persone depresse in genere; t. azzurro, che raccoglie segnalazioni di maltrattamenti e abusi a danno di bambini; t. rosa, che raccoglie segnalazioni di abusi e violenze ai danni di donne e ragazze; t. viola, per la denuncia di violenze, maltrattamenti e abusi, anche terapeutici, a danno di persone affette da disturbi mentali o psichici. d. Con sign. più ampio, il complesso di tutti i dispositivi, apparecchi, fili, ecc., che rendono possibile la telefonia: l’invenzione del telefono. Inteso come mezzo di comunicazione: il t. è indispensabile negli affari, nella vita moderna, nelle grandi città; l’organizzazione amministrativa, tecnica, industriale che provvede al servizio telefonico, e il servizio stesso: gli utenti del t.; la società del t., o dei telefoni. 2. Per estens., termine talora usato come equivalente generico di trasduttore elettrosonoro, spec. per indicare trasduttori elettromagnetici a diaframma sul tipo di quelli usati come ricevitori nei microtelefoni. 3. fig. a. Gioco del t., gioco di società, oggi raro, fra più persone che, disposte in fila o in cerchio, si sussurrano rapidamente all’orecchio, a una a una, le parole d’una frase suggerita dal primo della fila; a trasmissione compiuta, l’ultimo del gruppo dice ad alta voce tutta la frase, che arriva per lo più curiosamente alterata. b. Doccia a telefono, v. doccia, n. 3. c. roman. Supplì al t., supplì contenenti all’interno mozzarella o provatura fusa che, quando si aprono e si mangiano caldi, forma dei lunghi fili, che ricordano quelli del telefono. ◆ Dim. telefonino (v.).