teleputer2
teleputer2 (Teleputer), s. m. inv. Apparecchio che unisce le caratteristiche di un televisore e di un computer, sommando le rispettive funzioni di telecomunicazione. ◆ Le discussioni sul decoder unico per la pay-tv e l’apparire sul mercato di nuove offerte per navigare in rete tramite il televisore, fanno tornare di grande attualità il dibattito sulla convergenza delle tecnologie. Che si tratti di Teleputer o Compuvision (il televisore che diventa computer o il computer che diventa televisore) i termini della discussione sono questi: c’è chi afferma che la fusione tra i due mezzi comporta inevitabilmente una serie di compromessi tali da diminuire le potenzialità dell’uno e dell’altro: come si può infatti navigare su Internet guardando uno schermo a qualche metro di distanza, per di più insieme ad altri? (Alberto Contri, Stampa, 19 dicembre 1999, p. 22, Società e Cultura) • assisteremo anche in Italia alla proliferazione dei canali di intrattenimento (pay-per-view, Tv via cavo, giochi via cellulare), ed è altamente improbabile che si affermi una sola interfaccia di fruizione: un «teleputer» a basso prezzo in grado di accontentare cinefili, tifosi, semplici videodipendenti, palati fini dell’hi-fi, hackers, naviganti, lavoratori a casa, gente in movimento. (Paolo Magrassi, Sole 24 Ore, 12 aprile 2000, p. 56, Dossier-La società dell’informazione) • Forse adesso la profezia precoce (il suo libro Vita dopo la televisione era del ’95) del futurologo George Gilder comincia ad assumere un senso nuovo. «La tv generalista che disconosce la rigogliosa diversità degli utenti è già morta» diceva, «e sarà rimpiazzata dal teleputer», un misto di televisore e computer. Che non imporrà la stessa sbobba a tutti (broadcasting) ma darà a ciascuno il suo (narrowcasting). (Riccardo Staglianò) (Repubblica, 3 ottobre 2006, p. 48).
Dall’ingl. teleputer (‘apparecchio televisivo dotato delle funzioni di un computer per il collegamento alla rete telematica’), a sua volta composto dai s. tele(vision) e (com)puter.
Già attestato nella Repubblica del 26 novembre 1995, p. 31, Spettacoli & Tv (Gualtiero Peirce).