temere /te'mere/ [lat. timēre] (io témo, ecc.). - ■ v. tr. 1. a. [provare timore di fronte a ciò che può essere considerato dannoso, pericoloso e sim., anche seguito da prop. oggettiva esplicita o implicita: t. il licenziamento; temo di essere bocciato] ≈ avere paura, (lett.) paventare. b. [aspettarsi, con timore, che avvenga cosa considerata dannosa, pericolosa e sim., anche seguito da prop. oggettiva esplicita o implicita: t. il peggio; temo che faremo tardi] ≈ (lett.) paventare, prevedere, sospettare, supporre, [con riferimento a un inganno e sim.] subodorare. 2. [essere in condizione di poter subire un danno da qualche cosa: piante che temono il freddo] ≈ patire, risentire, soffrire. 3. [avere un timoroso rispetto di qualcuno: ci sono ancora ragazzi che temono il padre?] ≈ ‖ onorare, ossequiare, rispettare, riverire. ■ v. intr. (aus. avere) 1. [essere preoccupato per la sorte di qualcuno, con la prep. per: non temo per me ma per voi] ≈ darsi pensiero, preoccuparsi (di, per). ↔ disinteressarsi (di), (pop.) fregarsene (di), (fam.) impiparsi (di), (fam.) infischiarsene (di). 2. (con la prep. di) a. [nutrire dubbi: t. della riuscita] ≈ dubitare. ↑ disperare. ↔ confidare (in). ↓ sperare (in). b. [non avere fiducia: temo delle persone che non guardano negli occhi] ≈ diffidare, dubitare, sospettare (ø). ↔ confidare (in), (lett.) fidare (in), fidarsi. [⍈ PAURA]