temperatura
s. f. [dal lat. temperatura «mescolanza in giusta misura (di caldo e freddo, umido e secco)», der. di temperare (v. temperare); nei sign. ant. del n. 2 è tratto direttamente da temperare]. – 1. In fisica, parametro che regola gli scambî spontanei di calore tra corpi diversi, per cui il calore fluisce sempre dal corpo a temperatura superiore a quello a temperatura inferiore; in modo soggettivo, la temperatura di un oggetto può essere confrontata con quella del corpo umano in base alla sensazione tattile di caldo o di freddo, determinata proprio dallo scambio di calore tra l’oggetto in questione e il corpo umano, per cui gli oggetti che risultano «caldi» sono quelli che cedono calore al corpo umano, e dunque hanno una temperatura maggiore, mentre quelli che risultano «freddi» sono quelli che assorbono calore, trovandosi a una temperatura minore; più precisamente, le temperature di due corpi possono essere confrontate tra loro ponendo i corpi in contatto termico e determinando la direzione del flusso di calore attraverso effetti oggettivi prodotti dal calore, come la dilatazione termica o altro; due corpi che hanno la stessa temperatura si trovano in equilibrio termico (v. termico), ossia non si hanno tra loro scambî di calore. Nella descrizione termodinamica di un sistema, la temperatura è quindi uno dei parametri che contraddistinguono gli stati di equilibrio termodinamico: essa non è osservabile direttamente, ma solo attraverso i valori assunti da altre grandezze (come per es. la pressione, il volume, la lunghezza d’onda, la resistenza, ecc.), anch’esse funzioni dello stato termodinamico, che in sistemi opportunamente realizzati, i termometri, dipendono in modo semplice e univoco da essa e che vengono posti in equilibrio termico col sistema oggetto di misurazione. Si chiama t. empirica il valore attribuito alla temperatura di un sistema una volta che sia stata fissata arbitrariamente una scala di t. (o scala termometrica), e che il termometro sia stato tarato di conseguenza (per es., nella scala Celsius o centigrada si divide in cento parti uguali la differenza tra la t. di ebollizione dell’acqua e la t. di fusione del ghiaccio in condizioni normali di pressione); si chiama t. assoluta, o t. termodinamica assoluta, quella definita in base al secondo principio della termodinamica attraverso il rendimento di un ciclo ideale di Carnot (v. ciclo, n. 3 d), essendo tale rendimento funzione delle sole temperature assolute delle sorgenti con le quali il sistema che compie il ciclo scambia calore: in partic., nel Sistema Internazionale (SI), la temperatura assoluta è misurata in kelvin (simbolo K) una volta assunto che la temperatura del punto triplo dell’acqua (v. triplo) sia pari a 273,16 K. Nella meccanica statistica, dal punto di vista microscopico, la temperatura è associata all’energia cinetica media (di vibrazione, di agitazione disordinata, ecc.) dei componenti elementari del sistema (aggregati molecolari, molecole, atomi, particelle subatomiche). Locuz. particolari: t. ambiente, la temperatura dell’ambiente in cui è collocato il sistema fisico considerato, ossia, normalmente, la temperatura dell’aria nel luogo in cui ci si trova; t. critica, la temperatura in cui avviene una transizione di fase in un sistema termodinamico; t. di Curie 〈kürì〉 (dal nome del fisico francese Pierre Curie, 1859-1906), temperatura critica al di sopra della quale per le sostanze ferromagnetiche si ha la transizione alla fase paramagnetica, con una diminuzione fortissima della suscettività magnetica e la perdita della capacità di acquistare una magnetizzazione permanente; fisica delle basse t., campo della fisica che si occupa di fenomeni che avvengono a temperature molto basse, prossime allo zero assoluto; t. di colore, con riferimento a una sorgente luminosa che emette radiazione termica, la temperatura (anch’essa misurata in kelvin) del corpo nero il cui spettro di emissione approssima meglio quello emesso dalla sorgente stessa (per es., la temperatura di colore delle comuni lampadine è di circa 2400 K, mentre quella del Sole è di 5780 K): tale grandezza ha importanza fondamentale in fotografia e cinematografia, essendo il materiale sensibile tarato per particolari valori della temperatura di colore delle fonti d’illuminazione, per cui il suo uso in diverse condizioni di illuminazione dà luogo a dominanti cromatiche molto evidenti. La misurazione sistematica della temperatura assume grande rilevanza anche in altre discipline: a. In meteorologia, con riferimento alle condizioni atmosferiche, al clima di una regione: clima a t. costante, incostante; aumento, abbassamento della t.; sbalzi di t.; t. alta, bassa, media, sopra o sotto zero; t. minime e massime registrate nelle 24 ore, nei bollettini meteorologici; t. media giornaliera, mensile, annua, ed escursione diurna, mensile, annua della temperatura. Si distingue una t. al suolo, misurata in prossimità della superficie terrestre, dipendente soprattutto dal calore irradiato dal suolo (e quindi dall’entità della radiazione solare, dalla natura del suolo e dallo stato dell’atmosfera); e una t. in quota (o della libera atmosfera), quella rilevata mediante sondaggi aerologici, sulla quale l’influsso dell’irraggiamento termico del suolo diminuisce in ragione dell’altezza, e sulla quale hanno anche effetto i continui movimenti verticali delle masse d’aria dell’atmosfera. Inversione della t. (o inversione del gradiente termico), fenomeno che si verifica nelle prime ore delle notti serene, soprattutto d’inverno, per il quale, a causa del forte irraggiamento della superficie terrestre, la temperatura di uno strato dell’atmosfera aumenta al crescere della quota, anziché diminuire, come succede in condizioni normali. b. In fisiologia, t. corporea, la temperatura di un organismo, e in partic. dell’organismo umano: t. normale, febbrile; alta, bassa t.; prendere, misurare la t. a o di una persona, col termometro clinico; t. basale, la temperatura corporea rilevata la mattina, al risveglio e a digiuno, in condizioni di neutralità termica (ossia senza avvertire caldo né freddo); con valore assol., nell’uso fam., febbre leggera: ha un po’ di t., qualche linea di temperatura. c. In chimica biologica: t. permissiva, quella a cui una determinata proteina (per es., un enzima) conserva la sua attività; t. restrittiva, quella temperatura alla quale la stessa proteina diventa inattiva. 2. ant. a. L’operazione del temprare l’acciaio, e la tempra stessa che così esso riceve; anche, l’operazione del temperare la penna (d’oca), e l’effetto, cioè il taglio che le si è dato. b. Temperamento, nel senso di costituzione fisica.