tenaglia
tenàglia (o tanàglia) s. f. [dal provenz. tenalha, che è il lat. tardo tenacŭla, neutro pl. (der. di tenere «tenere»), propr. «legàmi»]. – 1. a. Per lo più al plur., tenaglie (o tanaglie), utensile che serve per estrarre chiodi, tranciare o afferrare pezzi metallici per lavorazioni meccaniche, rifilare piastrelle, ecc.: è composto di due bracci che, uniti con un perno attorno al quale sono girevoli, formano una leva di primo genere; la parte più corta dei bracci (ganasce o guance) è in genere tozza e curva e termina con uno spigolo acuto per la presa o il taglio (tagliente), l’altra, più lunga e affusolata, serve per esercitare lo sforzo con la mano: tenaglie per fabbro, per falegname, per cementisti, per piastrellisti, ecc.; un paio di tenaglie; levare i chiodi con le t.; t. odontoiatriche, strumento di vario tipo (chiamato più comunem. pinze) per le estrazioni dei denti. Frequenti le espressioni fig. ci vogliono, ci sono volute le t. per fargli dire tutto, per farlo parlare, per tirargli fuori di bocca una parola, per levargli la roba di mano, ecc., per sottolineare la fatica o la difficoltà incontrata per far parlare qualcuno o per ottenere da lui qualcosa; essere una pinza e una t., di persona avida o avara, tanto pronta a prendere e tenace nel trattenere, quanto restia nell’offrire. b. Nell’antico diritto penale, supplizio della t., lo stesso che attanagliamento. c. A tenaglia, locuz. riferita a varî oggetti la cui forma e il cui funzionamento siano simili a quelli delle tenaglie, o anche, con uso fig., ad azioni e movimenti che abbiano con queste un rapporto di analogia: afferrare, stringere a t.; nel linguaggio milit., manovra a t., azione strategica con cui, arrivando contemporaneamente sui due fianchi dello schieramento nemico, si cerca di stringerlo come tra le morse di una tenaglia (anche, per estens., con sign. attenuato, per es. nel linguaggio dello sport: l’attacco milanista, con un’abile manovra a t., ha avuto ragione della difesa avversaria). In elettrotecnica, amperometro a t., altro nome della pinza amperometrica (v. pinza1, n. 1). In marina, draga a t., tipo di draga a due branche le quali, giunte sul fondo aperte, si richiudono prima di essere risollevate, asportando quanto possono abbrancare; lanciasiluri a t., speciale tipo di lanciasiluri costituito da un sistema di due morse (fisso o abbattibile) che sostiene il siluro di fianco alle piccole siluranti, a una certa altezza sull’acqua, e ve lo lascia cadere al momento del lancio. Nelle costruzioni edilizie, scala a t., tipo di scala doppia, a due rampe simmetriche curve, oppure con tre rampe parallele affiancate (le due laterali percorribili in senso inverso rispetto alla centrale), usato soprattutto in edifici a carattere monumentale. 2. Nell’attrezzatura navale (al plur.), dispositivo solidamente fissato a una struttura della nave e costituito da due piccole bitte di metallo o di legno divaricate tra loro a guisa di tenaglie aperte, a cui vengono avvolte e legate manovre che esercitano forte tensione (scotte, mure e anche ormeggi). Sono dette anche forbici. 3. Nelle opere di fortificazione, elemento inserito verso la fine del 17° sec. nelle fronti bastionate, al centro delle cortine, allo scopo di sottoporre a tiri convergenti l’assalitore che fosse giunto alle scarpate delle cortine. 4. Nome dato nell’uso corrente alle appendici prensili di diversi invertebrati, in partic. di crostacei e scorpioni (comunem. chiamate anche chele o pinze): le t. di un granchio, di un’aragosta. ◆ Dim. tenagliétta, tenaglina, raro tenagliòla; spreg. tenagliùccia; accr. tenaglióne m.; pegg. tenagliàccia.