tendere
tèndere v. tr. e intr. [lat. tendĕre] (io tèndo, ecc.; pass. rem. tési, tendésti, ecc.; part. pass. téso; come intr., aus. avere). – 1. tr. a. Con riferimento a oggetti che si sviluppano prevalentemente sopra una sola o due delle tre dimensioni, allontanarne gli estremi l’uno dall’altro, tirando per quanto è possibile o opportuno, in modo che l’oggetto occupi per intero la lunghezza o la superficie di cui è capace: t. tra un palo e un altro i fili di una linea telefonica o telegrafica; t. una stuoia a difesa dal sole; t. un cavo; t. le vele, spiegarle al vento (ma anche, il vento tende le vele, le gonfia e le rende tese); t. le corde, del violino, della lira o di altro strumento musicale, portarle al grado di tensione necessario perché diano la nota di tono esatto; t. la corda dell’arco, tirarla a sé per potere poi scoccare la freccia; t. i muscoli nello sforzo (anche come intr. pron., tendersi: i muscoli si tendono nello sforzo); t. reti, t. le reti, nella caccia, disporle stendendole (nel linguaggio venatorio anche assol., t. ai tordi), e in senso fig., letter. o poet., con allusione alle insidie d’amore: Sì ch’avendo le reti indarno tese, Il mio duro adversario se ne scorni (Petrarca); per estens., t. panie, trappole, tagliole, e fig. t. insidie, un’insidia, un agguato, un tranello, disporre, predisporre. b. Allungare, distendere, portare in avanti, con riferimento a parti del corpo: t. le ali, aprirle per volare; tenere tesa una gamba, senza piegare il ginocchio; t. la mano, porgerla perché altri la stringa, o per chiedere l’elemosina; t. le braccia, le mani (poet. le palme), per implorare, per proteggere, ecc.: E come fantolin che ’nver’ la mamma Tende le braccia (Dante); Ma io deluse a voi le palme tendo (Foscolo). Per estens., t. l’orecchio (o gli orecchi), stare in ascolto per sentire il minimo rumore o per non perdere parole di ciò che altri dice; t. lo sguardo, volgerlo con grande attenzione. 2. tr. Dirigere, volgere in una direzione, in espressioni letter. come t. il cammino, t. il corso; l’altro drappello [di api] ... Tendea per le tirrene aure il suo corso (Foscolo). Quindi, assol., con uso intr., dirigersi, volgersi, inclinare: l’acqua tende al basso; la fiamma tende verso l’alto. 3. intr., fig. a. Avere tendenza e predisposizione, essere portato, e spesso anche adoperarsi, per qualcosa: t. al bene, al male; t. alla malinconia; t. a una meta, a un obiettivo; tutti i suoi sforzi tendono a un solo scopo; tende alla cattedra universitaria; tenderebbe a un’affermazione anche nel campo politico; tutti tendiamo alla felicità. b. Con riferimento a cosa, avere disposizione, essere sul punto di evolversi, di modificarsi in un determinato modo: la situazione tende a migliorare; il tempo (e quindi anche il barometro) tende al bello; la malattia tende a peggiorare; una vernice che tende a scolorire; è un legno che tende a piegarsi. Con sign. più particolare, avvicinarsi a una certa gradazione di colore, di sapore o di odore, ecc.: un azzurro che tende al viola; un sapore che tende all’acido, al dolce. c. In matematica, t. a un valore, t. a un limite, avvicinarsi a un determinato valore, finito o infinito: la funzione tende all’infinito quando la variabile tende a x0; la funzione y=1/x tende a 0 per x tendente all’infinito (v. limite, nel sign. 3). ◆ Part. pres. tendènte, per lo più con valore verbale: carattere tendente alla giovialità, o alla tristezza; colore tendente al bruno. ◆ Part. pass. téso, frequente anche come agg., con sign. e usi particolari (v. la voce).