tenone
tenóne s. m. [dal fr. ant. tenon, der. di tenir «tenere»]. – 1. a. In carpenteria, parte (maschio) della giunzione di testa di due pezzi di legno, di pietra o di metallo, costituita da un risalto ricavato all’estremità di uno dei pezzi da collegare, che può essere sagomato in modi diversi ma tale da entrare esattamente nell’incavo (mortasa o femmina) ricavato all’estremità dell’altro pezzo: incastro a tenone e mortasa. b. In artrologia, sutura a tenone, sinon. di schindilesi. 2. estens. a. In legatoria, uno dei due elementi (l’altro è il puntale) di cui è formato il fermaglio che serra il corpo del codice, per proteggerlo, all’interno della legatura (più precisamente, la parte fissa che sporge dal labbro anteriore di uno dei due piatti del libro): è costituito da una sorta di chiodo, in genere metallico, che assume la forma di un tronco di cono, posto al centro di una base parallelepipeda, nel quale s’incastra il puntale di fermaglio, fissato a una bindella mobile sistemata simmetricamente sul piatto opposto (talvolta il tenone serra il codice anche in corrispondenza dei tagli di testa e di piede). b. Elemento di pietra o di marmo posto a sostegno di una parte di una statua staccata dalla massa (per es., un braccio, una gamba), spesso lavorato in modo decorativo (un tronco d’albero, una roccia, un drappeggio). Anche, ciascuno dei perni metallici che fissano la statua al piedistallo. c. Nelle doppiette da caccia, ciascuna delle piastre di acciaio poste in mezzeria sotto le camere di scoppio, che consentono il serraggio tra canne e tavola della bascula.