tentacolo
tentàcolo s. m. [dal lat. scient. tentaculum, der. del lat. class. tentare, nel sign. di «tastare»]. – 1. a. In zoologia, ognuno degli organi flessibili e di forma allungata presenti in molti invertebrati, in posizione cefalica e spesso provvisto di recettori sensitivi, per lo più utilizzati per la cattura del cibo o per la ricezione degli stimoli ambientali: per es., nei celenterati, nei protozoi ciliati e nelle oloturie (nelle quali sono rappresentati da pedicelli trasformati) servono per la cattura del cibo, in certe idromeduse sono organi di senso statico, nei molluschi gasteropodi sono retrattili e possono portare all’apice gli occhi, nei molluschi cefalopodi sono provvisti di ventose e utilizzati sia per la cattura delle prede sia per gli spostamenti sui substrati rocciosi, nei policheti rappresentano sia gli organi di senso sia quelli di presa degli alimenti. b. fig. Cosa, elemento o fenomeno che si dirama e avvinghia come i tentacoli di una piovra: i t. del vizio, della droga, della corruzione; un’organizzazione terroristica che estende i suoi t. in tutto il paese; i t. della mafia, della camorra. 2. In botanica: a. Emergenza pedicellata con apice globoso e ghiandolare di alcune piante insettivore, come le droseracee. b. L’appendice mobile, morfologicamente diversa da un vero flagello, di cui sono fornite le noctiluche.