Terra dei fuochi
(terra dei fuochi) loc. s.le f. Vasta area in origine rurale, ma ormai diffusamente urbanizzata, compresa tra Napoli e Caserta, caratterizzata dalla frequente presenza di falò appiccati dai clan camorristici ai cumuli di rifiuti tossici sversati illegalmente, con conseguente dispersione nell'aria di sostanze altamente nocive e inquinanti. ◆ Ben diversa, e per certi versi più drammatica, è la situazione dell'area nord di Napoli, la terra dei fuochi come l'ha ribattezzata Roberto Saviano per i ricorrenti falò di «monnezza» che al buio rischiarano un paesaggio desertificato dall'incuria. (Antonio Castaldo, Corriere della sera, 25 luglio 2009, p. 11) • Sono anni che, insieme ad altri, racconto le sciagure della Terra dei fuochi, che nel tempo ha finito con il fagocitare interi comuni, estendendo sempre più i suoi confini. Da quando Peppe Ruggiero di Legambiente usò questa suggestiva espressione, così lontana dalla Terra del fuoco descritta da Magellano. Come l'esploratore portoghese vide dal mare i fuochi sulla costa, così chi viaggia sulla Strada Statale 7 bis Terra di Lavoro (la Nola-Villa Literno) o sull'Asse Mediano, se distrae lo sguardo dall'asfalto vede tutt'intorno fumo salire dalla terra e se abbassa il finestrino sente un odore acre che brucia in gola lasciando un sapore acido. (Roberto Saviano, Repubblica.it, 25 novembre 2013, Cronaca).
Composto dal s. f. terra, dalla preposizione articolata del e dal s. m. fuoco.
Già attestato nel Rapporto Ecomafia 2003 di Legambiente.