terremoto
terremòto s. m. [dal lat. terrae motus «movimento, scuotimento della terra»]. – 1. Complesso di successivi movimenti a carattere vibratorio, della durata da pochi secondi ad alcuni minuti, di una porzione più o meno ampia della superficie terrestre, provocati da onde elastiche (onde sismiche) che si originano in seguito a un improvviso sommovimento di masse in un punto della crosta terrestre, o del mantello (ipocentro o fuoco del t., o focolare sismico), situato a profondità più o meno grande della crosta stessa (da qualche km a qualche decina di km per i t. superficiali o intermedî, oltre circa 100 km fino a, talora, 700 km per i t. profondi), e si manifestano con maggiore o minore intensità e con effetti distruttivi sulla superficie attorno all’epicentro (il punto situato sulla verticale passante per l’ipocentro). Nel termine, e nel suo sinonimo più dotto, sismo o sisma, vengono comprese anche le leggerissime scosse preliminari che talora lo precedono e le numerose altre (dette repliche o scosse di replica o scosse susseguenti) determinate da fenomeni di assestamento che seguono l’episodio principale. Propagandosi dall’ipocentro le onde sismiche determinano nel terreno un seguito di compressioni e decompressioni nel senso della direzione dell’onda stessa (onde longitudinali) e perpendicolari a tale direzione (onde trasversali) che in superficie, a partire dalla zona dell’epicentro, provocano una serie di scuotimenti (scosse superficiali) a carattere sussultorio (scosse sussultorie) o traslatorio (scosse traslatorie o ondulatorie) che talora, combinandosi, determinano anche movimenti rotatorî (scosse vorticose). Per la valutazione dell’intensità delle scosse (e del terremoto stesso nel suo complesso), in mancanza di dati strumentali, sono state esclusivamente usate in passato le cosiddette scale sismiche, basate sull’osservazione degli effetti prodotti (scala Mercalli, Mercalli modificata, ecc.); di queste scale, dette anche scale delle intensità, è tuttora in uso la scala Mercalli-Cancani-Sieberg, che unisce il criterio del tipo di danni subìti dai manufatti e dal terreno all’accelerazione massima impressa al suolo dalle scosse sismiche e contempla 12 gradi, dal 1° grado delle scosse avvertite soltanto dai sismografi (scosse strumentali) al 12° grado delle grandi catastrofi; in ambito geofisico si preferisce però la scala delle magnitudo o scala Richter, su basi strumentali rigorosamente oggettive (v. magnitudo). Vengono denominati t. tettonici i terremoti determinati da fenomeni di natura tettonica, che sono i più frequenti e i più disastrosi, in quanto colpiscono aree molto vaste; t. locali gli altri, causati da sprofondamento di masse sotterranee o da tensioni locali, che possono essere disastrosi, ma colpiscono aree ristrette; si hanno inoltre, a seconda della natura, t. carsici, vulcanici, ecc. I t. artificiali sono moti sismici provocati dall’esplosione di una conveniente quantità di esplosivo per scopi di prospezione sismica del sottosuolo. 2. fig. a. Persona assai vivace e irrequieta, che mette tutto sottosopra (si dice per lo più di bambini o persone giovani): che t. quella ragazza!; ha un nipotino che è un terremoto. b. Mutamento improvviso, inaspettato, che rinnova profondamente una situazione o rovescia un equilibrio: c’è stato un t. nelle alte cariche del partito; la nomina del nuovo direttore ha prodotto un t. al ministero; i risultati elettorali hanno avuto l’effetto di un t. nella vita politica del paese.