terreno2
terréno2 s. m. [lat. terrēnum, neutro sostantivato dell’agg. prec.]. – 1. Nel sign. più generale, lo strato superficiale della crosta terrestre, per designare il quale si preferisce, in geologia, il termine suolo, mentre il termine terreno viene usato con riferimento alla natura e alla composizione di particolari suoli (t. franoso, t. acquitrinoso, paludoso, ecc.) o a complessi di rocce considerati in rapporto alla struttura e all’età di formazione (t. carbonifero, t. paleozoico, cretaceo, ecc.); t. alluvionale, originato dai depositi trasportati da un corso d’acqua. In agraria, il termine si usa con riferimento alle alterazioni provocate da agenti fisici e chimici del suolo, rilevanti per l’insediamento della vita animale e vegetale, di cui nel terreno stesso si conservano i residui sotto forma di humus: t. agrario o vegetale, t. fertile, arido, ricco di humus. Nella tecnica delle costruzioni e nell’ingegneria civile, il terreno è considerato dal punto di vista delle sue caratteristiche fisiche: stabilità, compattezza di un t.; un improvviso cedimento del t.; in partic., meccanica dei t. o delle terre, studio dei problemi di stabilità dei terreni in relazione alla realizzazione di opere d’ingegneria. 2. Tratto, estensione più o meno grande di terra, con limiti determinati o indeterminati: a. Con riguardo alla posizione, alla conformazione, alle caratteristiche geografiche esterne: t. pianeggiante, ondulato, collinoso, montuoso; t. accidentato; un t. in pendio; t. soleggiato. b. In relazione alle condizioni superficiali temporanee: t. asciutto, bagnato, fangoso; avanzare, procedere su t. gelato. c. In quanto è coltivato o considerato dal punto di vista della possibilità d’una vita vegetale: t. magro, grasso, arido, brullo; t. fertile, produttivo, improduttivo; t. abbandonato, incolto; t. lavorativo, boschivo, seminativo, ortivo, prativo; bontà, fertilità d’un t.; con ciò sia cosa che quel t. produca cipolle famose per tutta Toscana (Boccaccio); dissodare, lavorare, concimare il t.; un t. adatto al grano, alla vigna, alla coltivazione degli agrumi; fig., trovare il t. adatto, trovare in una persona o in un ambiente disposizioni e condizioni favorevoli alle proprie intenzioni, all’azione che vi si intende svolgere; preparare il t., lavorarlo per renderlo atto a ricevere la semente, e, in senso fig., disporre una persona, un ambiente o un insieme di cose in modo che sia facilitato o assicurato il buon esito di un’impresa. Con sign. ancora più determinato: avere, possedere, acquistare un t., un pezzo di t., un po’ di t., alcuni t. in campagna. d. In quanto sede di lavori di costruzione, di opere d’ingegneria: t. fabbricabile o fabbricativo; t. di fondazione; acquistare il t. per la costruzione di un palazzo, d’una villa; espropriazione d’un t. per opere d’interesse pubblico; misurazione, livellazione del t.; un appezzamento, un lotto di terreno. e. Con riferimento a terreni sia agricoli sia fabbricabili: imposta sui t. o fondiaria; invasione di t., in diritto penale (v. invasione, n. 1 c); fare il mediatore di terreni. f. Estensione, tratto di terra su cui si compiono determinate operazioni o attività: t. libero, in cui la caccia non risulta riservata o bandita o in cui comunque l’esercizio venatorio non è vietato a termini di legge; t. vergine, t. inesplorato, per lo più in usi fig., con riferimento ad argomenti di ricerca o di studio; t. di gioco, e assol. terreno, il campo sul quale si disputa una partita o un incontro: giocare, vincere sul o nel proprio t.; nell’ippica, il prato o la pista delle corse, ossia dell’ippodromo, o anche quelli per allenamento (con riferimento alle condizioni superficiali, si dice t. pesante quello d’un campo da gioco, d’una pista, ecc., rimasto bagnato dopo la pioggia). Nel linguaggio milit., zona d’un combattimento, sede di operazioni belliche: studiare, perlustrare il t.; i partigiani erano avvantaggiati dalla perfetta conoscenza del t.; t. pieno d’insidie; tastare il t., per lo più in senso fig., esplorare le intenzioni e disposizioni di persona con cui si vogliono iniziare trattative o da cui si vogliono ottenere concessioni, vantaggi, ecc.; contendersi, disputarsi il t. a palmo a palmo, lottare accanitamente per avanzare o per non indietreggiare; guadagnare t., anche fig. (v. guadagnare, n. 4); perdere t., retrocedere (da parte di reparti armati o di atleti in gara), e, fig., passare in svantaggio, perdere autorità, forza, importanza; restare o rimanere sul t., morire in combattimento; i nemici (o anche i banditi, ecc.) si ritirarono lasciando sul t. numerosi morti. In partic., luogo dove si svolgeva un duello: la scelta del t., fatta dai padrini; scendere sul t., venire a duello; incontrarsi in t. neutro, anche in senso fig., riferito ad avversarî in una lite, in un contrasto d’interessi, in una polemica. g. fig. Argomento di studio o di discussione, modo di trattare o affrontare una questione: è un t. un po’ infido e bisogna andar cauti; non riesco a seguirti su questo t.; il contrasto può essere risolto soltanto su t. legale; t. d’incontro, in una divergenza, l’insieme degli argomenti che saranno materia di discussione: la politica fiscale sarà il t. d’incontro delle forze politiche. 3. Terra, come sinon. di suolo (in alcune frasi in cui si può indifferentemente usare terreno o terra): sentirsi tremare, sentirsi mancare il t. sotto i piedi, in senso proprio e fig.: par che sotto mi manchi il terreno Se mi provo ogni tanto a fare un passo (Giusti); Siccome allor che il siculo terreno Dall’uno all’altro mar rimbombar féo Pluto col carro (Parini); o, in usi ant., di territorio, dominio: il signore ... fece legge che per tutto suo t. fosse pena l’avere e la persona a qualunche facesse dadi (Sacchetti); quelli uomini, cacciati de’ t. patrii, ad un tratto in tanto numero vi concorsono [a Pisa] che feciono quella popolata e potente (Machiavelli). 4. fig. a. In batteriologia, t. di coltura, miscela di sostanze nutritizie (più comune è il brodo, sia liquido sia mescolato con una gelatina e solidificato) in cui si coltivano batterî o altri microrganismi, e anche cellule di mammiferi, compreso l’uomo. b. In medicina, t. organico, il complesso dei caratteri e delle condizioni biologiche (endocrine, metaboliche, genetiche) capaci di influenzare il comportamento dell’organismo di fronte agli stimoli esterni in generale e alle cause morbose in particolare.