territorio
territòrio s. m. [dal lat. territorium, der. di terra]. – 1. a. Regione o zona geografica, porzione di terra o di terreno d’una certa estensione: un grande t.; una striscia di t.; i t. montani, costieri. In partic., estensione di paese compresa entro i confini d’uno stato o che costituisce comunque un’unità giurisdizionale, amministrativa, ecc.: il t. d’uno stato, quello in cui lo stato esercita la sua sovranità, comprendente, oltre la terraferma delimitata dai confini, il sottosuolo, le acque interne, il mare territoriale e il fondo di esso, e lo spazio atmosferico sovrastante sia la terraferma sia le acque territoriali: la salvaguardia del t. nazionale; il t. della madrepatria e quello coloniale; il t. d’oltremare (v. oltremare); t. autonomo, non autonomo; t. franchi, le zone di uno stato che sono sottratte al regime doganale ordinario; t. internazionale, il cui statuto politico è garantito da più nazioni o che ha un regime politico-amministrativo controllato da più nazioni; il t. d’una regione, d’una provincia, d’un comune, d’una diocesi; t. limitrofi; ingrandire, accrescere, il proprio t.; acquisto di nuovi t.; invadere il t. nemico. Precisando: il t. d’Italia o italiano; il t. della Repubblica Veneta, del Ducato di Milano; il t. di Bologna, di Napoli (o t. bolognese, napoletano). Con sign. generico (che talora si avvicina a quello di ambiente, come in alcune abusate espressioni quali architettura e t., cultura e t., e sim.), politica del t., pianificazione che tende al controllo economico e sociale e alla strutturazione formale sia delle zone urbanizzate, sia dell’ambiente fisico in cui esse sono inserite (con lo stesso sign., è usata anche l’espressione assetto territoriale). Come nome proprio geografico: Territorio del Nord, Territorio Australiano Antartico; in partic., nel linguaggio politico internazionale, territorî occupati, prob. per traduz. della locuz. ingl. occupied territories (anche, per ellissi, spec. nell’uso giornalistico, i Territorî), le regioni della Cisgiordania e della striscia costiera di Gaza, occupate e poi amministrate militarmente da Israele dopo la «guerra dei sei giorni» (1967) e oggetto di rivendicazione da parte della popolazione palestinese (che rappresenta la quasi totalità degli abitanti di tali zone) la quale contesta la legittimità dell’occupazione e dell’insediamento di coloni israeliani. b. Nell’organizzazione della Chiesa cattolica, t. di missione, i territorî extraeuropei in cui si svolge l’attività missionaria, dipendenti dalla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. c. In alcuni stati federali, regione amministrata direttamente dal governo federale (per es., Yukon e t. del Nord-Ovest, nel Canada). d. estens. Nel baseball, t. buono (imperfetta traduz. dell’ingl. fair territory), il campo interno più il campo esterno, cioè la parte compresa tra le due linee (e il loro prolungamento) che si estendono dalla casa-base; t. foul (ingl. foul territory «terreno non buono, non valido»), la restante zona, fuori dalle suddette linee. 2. fig. a. In embriologia, area dell’embrione costituita da più cellule, più o meno ben delimitata dalle aree contigue, sulla base delle proprietà che le competono: t. morfogenetico (v. morfogenetico). T. presuntivi, regioni dell’embrione che, nello sviluppo normale, danno origine a particolari organi: t. presuntivo della corda dorsale, della piastra neurale, del cristallino. b. In etologia, l’area che viene occupata da un individuo o gruppo di individui (coppia, gruppo familiare o sociale, colonia) e difesa attivamente contro l’intrusione di altri individui della stessa specie, i cui confini vengono perciò marcati per mezzo di segnali chimici, acustici o visivi; il territorio comprende generalmente i luoghi di riproduzione, di rifugio e le aree di alimentazione.