terziglio
terzìglio s. m. [dallo spagn. tresillo, dim. di tres «tre»]. – Gioco di carte, detto anche calabresella: è il tressette giocato da tre soli giocatori, con un mazzo di 40 carte, distribuendone 12 a ciascuno; le quattro carte residue formano il «monte». Il primo di mano può dichiarare di voler andare «solo» (nel qual caso prende il monte senza mostrarlo, rinunciando alla possibilità di richiedere una carta a sua scelta agli avversarî) o «solissimo» (rinunciando, in questo caso, sia al monte sia alla carta dagli avversarî) oppure può dire «chiamo», cioè richiede la carta di cui ha bisogno agli avversarî, dandone un’altra in cambio, e prende anche il monte, mostrandolo; se però la carta desiderata si trova già nel monte non si può averne un’altra; se invece dice «passo», la parola spetta al giocatore successivo. Nel caso che entrambi gli altri giocatori ripetano «passo», si raccolgono le carte dei giocatori, lasciando intatto il monte, e si procede a una nuova smazzata, alla prima mano della quale ci si può questa volta impegnare unicamente con un «solo» o un «solissimo». Il giocatore che ha preso il monte deve sempre ricostituirlo con altre sue quattro carte, coperte, che spettano a chi farà l’ultima presa. Gioca da solo contro gli altri due, coalizzati, il giocatore la cui dichiarazione d’impegno (solo, solissimo, chiamo) è stata accettata da entrambi gli altri giocatori. Alla fine di ogni smazzata si segnano i punti di ognuno; la partita si conclude quando uno dei giocatori raggiunge i 21 punti o (nel caso si considerino gli «onori», cioè combinazioni speciali di carte) i 31 o i 51.