terzo genitore
loc. s.le m. Chi si assume il compito di curare la crescita e l’educazione di un figlio che non ha generato. ◆ Nel vocabolario degli affetti un nome ancora non ce l’hanno. Da un punto di vista concreto si definiscono il «marito di mamma», o la «moglie di papà», o, ancor più spesso, «compagno o compagna» di uno o dell’altro genitore. Più agevolmente, nell’occuparsi di questa nuova categoria della famiglia allargata la psicologa Anna Oliverio Ferraris li ha chiamati i «terzi genitori». Nella realtà però sono i bambini che decidono come nominare (e quindi come catalogare) le figure che compaiono nelle loro vite dopo il naufragio dell’amore che li ha messi al mondo. (Maria Novella De Luca, Repubblica, 12 maggio 2002, p. 22, Cronaca) • Matrigne e patrigni non esistono più. Hanno lasciato il posto a una nuova figura non facile da impersonare, quella del «terzo genitore». Chi ci è passato sa che niente è semplice quando ci si deve occupare di un bambino che non porta il proprio cognome. Trovare un’identità, senza usurpare quella del vero padre o della vera madre, è una bella sfida. […] La Francia è uno dei Paesi europei che si prepara a riconoscere uno stato giuridico al «terzo genitore». (Anna Maria Sersale, Messaggero, 30 aprile 2008, p. 13, Cronache).
Composto dall’agg. terzo e dal s. m. genitore.
V. anche genitore sociale.