tesoro
teṡòro s. m. [dal lat. thesaurus, gr. ϑησαυρός]. – 1. a. Ingente quantità di monete e oggetti preziosi (metalli e pietre preziose, gemme, gioielli, ecc.), spec. se accumulati e conservati con cura: accumulare, aver accumulato un t.; custodire, nascondere, seppellire un t.; il Saladino, ... avendo in diverse guerre e in grandissime sue magnificenze speso tutto il suo t. (Boccaccio). Con uso estens., grande ricchezza, grande quantità di denaro: quanto t. volle Nostro Segnore in prima da san Pietro Ch’ei ponesse le chiavi in sua balìa? (Dante); spec. al plur.: ammassare tesori; è padrone di t. immensi; in usi iperb.: profondere tesori, grandi somme; vale, costa un t., un prezzo molto alto; in quel periodo di carestia, chi aveva un sacco di grano era padrone di un tesoro. b. Nel linguaggio giur., ogni cosa mobile di pregio, nascosta o sotterrata, di cui nessuno possa provare di essere proprietario: l’articolo 932 del codice civile regola la proprietà del t. scoperto in fondo altrui. c. L’insieme degli arredi sacri, reliquie, oggetti preziosi, di una chiesa o di un santuario: il t. della basilica di San Pietro; il t. della Santa Casa di Loreto. d. Caccia al t., gioco consistente nel ritrovare, in base al reperimento e all’interpretazione di indicazioni allusive scritte su foglietti nascosti in varî punti di un dato percorso, o anche in base alla soluzione di quesiti successivi anch’essi nascosti in varî punti, uno o più premî messi in palio: organizzare una caccia al t. in casa, all’aperto (in giardino, in un parco, ecc.); partecipare a una caccia al t. in campagna (a piedi, in moto, in auto). e. Nell’antica Grecia, t. sacro o assol. tesoro, il complesso dei valori monetarî e dei preziosi (costituiti per lo più da offerte votive, tributi e oggetti di culto) di un tempio o di un santuario: il t. di Delfi, di Eleusi. Era detto inoltre tesoro il deposito complessivo di contante di cassa di uno stato o di una città-stato: il t. di Atene. 2. Il luogo, edificio o ambiente, in cui sono depositati e conservati ingenti valori (denaro, metalli, pietre e oggetti preziosi): t. corazzato, nelle banche (detto anche camera blindata o corazzata, e, nel linguaggio corrente bancario, sagrestia); il t. di una chiesa cattedrale, di un santuario. In partic., nell’antica Grecia, l’edificio a cella in cui si custodivano i valori e gli oggetti preziosi nei templi e nei santuarî: il celebre t. ionico di Sifno; i tredici t. del santuario panellenico di Olimpia; nell’Egitto tolemaico, il magazzino in cui si conservavano le granaglie. 3. a. T. pubblico (o semplicem. Tesoro, per lo più con iniziale maiuscola), il denaro e i valori di proprietà collettiva custoditi e amministrati dallo stato: Dipartimento del T., dipartimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze che provvede con i proprî organi centrali (Direzione generale del T.) e locali (Uffici provinciali del T.), alla gestione del denaro pubblico, alla disciplina della circolazione monetaria, alla riscossione delle entrate, all’erogazione delle spese, e all’emissione di prestiti (per es., attraverso i buoni del T., v. buono2, n. 2). Con uso assol., l’amministrazione stessa del denaro pubblico e la sede in cui questo è custodito: un funzionario del T.; recarsi al Tesoro per la pratica della pensione. b. T. di guerra, la scorta di monete e metalli preziosi accumulata, nel passato, da uno stato per fare fronte a eventuali spese di guerra. 4. fig. a. Ricchezza naturale: i t. del mare, i grandi t. nascosti nelle viscere della terra; opera d’arte, oggetto di grande pregio e valore: un museo che raccoglie inestimabili t. d’arte; i t. degli Uffizî, del Louvre; tesori d’antiquariato. b. Ricchezza inestimabile costituita da beni, doni, virtù o qualità morali e spirituali: la semplicità e la modestia sono un t. sempre più raro; scendano su di noi i t. della grazia divina; con sign. generico, avere, possedere, scoprire tesori di ..., grande abbondanza: trovò in se stesso tesori di grazia e di spirito che non sapeva di avere (Jovine). Nel linguaggio teologico e mistico, tesoro della Chiesa, il patrimonio di beni spirituali e di meriti soddisfattorî derivanti dal sacrificio di Cristo e, tramite questo, dalle opere della madre di Gesù, dei santi, che la Chiesa può utilizzare e distribuire ai fedeli attraverso le indulgenze. c. In similitudini, o come predicato, riferito a cosa o persona ritenuta preziosissima, di altissimo valore: un buon amico è un vero t. (anche in uso proverbiale, v. amico, n. 1); la libertà è il t. più prezioso che abbia un popolo; l’innocenza è un t. che va custodito gelosamente. Nell’uso com. e fam., riferito a persona che abbia particolari doti di grazia, di simpatia, di bontà: che t. di ragazzo, di bambina; ha una moglie che è un vero t.; che t. di marito!; e per riconoscere la grande utilità, il grande aiuto che viene da una persona: ha una segretaria, un collaboratore, una governante che è un t. (cfr. le espressioni affini impagabile, vale tant’oro quanto pesa, e sim.). Per traslato, la persona stessa, in quanto sia grandemente amata: La luce in che rideva il mio t. (Dante, riferendosi al trisavolo Cacciaguida); nell’uso fam. è frequente come vocativo affettuoso: ciao, t.!; come stai, t.?; dimmi, t.; t. mio!, ecc. d. Fare tesoro di qualche cosa (generalm. di cosa astratta), accoglierla e conservarla tenendola in gran pregio, come cosa preziosa, per trarne utilità al momento opportuno: cerca di far t. dei miei insegnamenti; farò t. dei tuoi consigli; Veramente quant’io del regno santo Ne la mia mente potei far tesoro, Sarà ora materia del mio canto (Dante). 5. Con altro uso fig., derivato direttamente da quello di ricchezza, patrimonio di beni, e anche di luogo dove i beni sono conservati, la parola (per lo più nella forma lat., thesaurus) è stata già nel Medioevo e poi nel Rinascimento titolo di ampî trattati o manuali di una determinata scienza o disciplina, o di compendî analoghi alle «Summae»: il «Tesoro» di Brunetto Latini (titolo della volgarizzazione dell’opera originale in francese, Li livres dou Tresor redatta tra il 1260 e il 1266; un’altra opera enciclopedica dello stesso autore, in forma di poema allegorico-didattico in settenarî, ha il titolo di Tesoretto). Con accezione più recente, il t. lessicale di una lingua, il suo patrimonio lessicale, cioè il lessico nel suo complesso, soprattutto in quanto sia registrato ordinatamente; di qui il titolo di Tesoro talvolta attribuito (come il lat. Thesaurus e il fr. Trésor) a grandi compilazioni lessicografiche moderne, nelle quali l’interesse per la sistemazione dei significati delle parole nel loro sviluppo diacronico, oltre che per l’evoluzione fonetica, morfologica e sintattica dei singoli lessemi, si accompagna a una ricca documentazione degli esempî che storicamente li attestano. ◆ Dim. teṡorétto (v. anche la voce), teṡorino, teṡorùccio, soprattutto nel sign. 4 c, come appellativi affettuosi: sei il mio tesoretto; non piangere, tesoruccio di mamma; accr., per lo più scherz., teṡoróne.