testimone
testimòne s. m. e f. [rifacimento di testimonio, tratto dal plur. testimonî sentito come testimoni]. – 1. a. Persona che, assistendo, avendo assistito, o essendo comunque direttamente a conoscenza di un fatto, può attestarlo, cioè farne fede, affermarne pubblicamente la veridicità, o dichiarare come esso realmente si è svolto: t. oculare (o di vista, di veduta, de visu); t. auricolare (o d’udito, de auditu); sii tu t. che non sono stato io a provocarlo; io il denaro ve l’ho dato, e ognuno dei presenti può esserne t.; lo scontro è avvenuto in una zona isolata, e non c’erano (o non vi sono) purtroppo t.; chiamare Dio a t. d’un fatto, o della sincerità, della verità delle proprie parole, invocare la conferma divina a far fede di ciò che si asserisce; con valore lievemente diverso, chiamare o invocare gli dèi a testimoni d’una promessa, d’un giuramento, renderli consapevoli dell’una o dell’altro, affidando loro la punizione della eventuale violazione. b. Con senso più oggettivo, persona chiamata o venuta ad attestare un fatto di sua conoscenza (o che si presume tale), oppure a garantire la veridicità di un’asserzione: chiamare, essere chiamato come t.; portare, presentare dei t.; t. falso, bugiardo, reticente; dichiarazione al giudice confermata da quattro t.; per il rilascio della carta d’identità occorre presentarsi con due testimoni o con un documento valido di riconoscimento. c. In partic., t. giudiziale (ma correntemente anche solo testimone, mentre nell’uso giudiziario è più com. teste), la persona fisica chiamata nel processo a rievocare e rivelare un fatto passato, a scopo di prova: avendo bisogno lo accusatore di testimone quando riceveva alcuna offesa (Machiavelli); interrogare, escutere, sentire, ascoltare i t.; interrogatorio, escussione, audizione, deposizione dei t.; t. a carico, a discarico; essere t. in un processo civile, penale; assunzione di testimoni a futura memoria (v. memoria, n. 2 a). d. Testimone ad actum, o strumentale (e nel linguaggio corrente semplicem. testimone), colui che, a scopo di prova futura, assiste alla formazione di un atto pubblico in genere e di un atto pubblico notarile in specie, e lo sottoscrive insieme alle parti e al pubblico ufficiale: essere t. alla firma di un contratto, all’apertura di un testamento; fare da t. alle nozze d’un amico; il t. dello sposo, della sposa. e. estens. Chi assiste, chi è presente a un fatto, a un avvenimento qualsiasi, e ne è perciò a conoscenza (indipendentemente da eventuali testimonianze che sia chiamato a fare): i t. di un duello, i due padrini che assistono, uno ciascuno, i duellanti; in senso più generico: vorrei incontrarti a quattr’occhi, senza testimoni; in usi fig., riferito a cose: la luna si alzava nel cielo, t. e complice di quell’idillio. 2. Chi fa fede di qualche cosa: essere t. del vero; o l’attesta, comprovandola con la propria autorità: alcuni non Florenzia, ma Fluenzia vogliono che la fusse nel principio detta ..., e ne adducono testimone Plinio (Machiavelli); o anche chi, oltre ad affermare e attestare esplicitamente una cosa, ne è prova e dimostrazione palese con la sua stessa presenza e i suoi comportamenti: essere t., diventare o farsi t. di una cultura, di un’idea, di una fede politica o religiosa; i t. di Cristo, i martiri e i santi, e inoltre i fedeli che ne attuano l’insegnamento. Per i t. di Gèova, v. Geova. 3. Cosa, oggetto, manifestazione, aspetto che rappresenta un indizio o una prova, una dimostrazione o una documentazione palese: sembianti Che soglion esser testimon del core (Dante); monumenti che sono t. di un’antica grande civiltà. In partic.: in filologia, ognuno dei manoscritti o dei libri a stampa antichi per mezzo dei quali è stato trasmesso un testo, e in base ai quali si può ricostruire l’originale; in geologia, relitto di una struttura geologica (rilievo montuoso, altopiano, ecc.), distrutta in parte da fenomeni erosivi, in base al quale la struttura stessa può essere idealmente ricostruita; in geomorfologia, residuo litoide isolato dall’erosione (per es., piramidi di terra, ecc.); nella tecnica, elemento o macchina presa come termine di confronto. Con accezione partic., nell’atletica leggera, bastoncino (più propriam. un tubo vuoto, di materiale rigido, liscio) che, nelle corse a staffetta, dev’essere consegnato dall’uno all’altro dei quattro atleti della stessa squadra che devono percorrere ciascuno una frazione della gara (o, più generalmente, dall’uno all’altro componente di una staffetta con numero di frazionisti anche diverso da quattro); in senso fig., è comune l’espressione passare il t., con riferimento a situazioni nelle quali ci si libera dalla responsabilità in merito a una decisione da prendere o a un’azione da svolgere, scaricandola su terzi, o per significare un ideale passaggio di consegne, di una funzione, di un impegno, la continuità di una tradizione, e sim.