ti2
ti2 pron. pers. [lat. tē, tĭbĭ, rispettivam. accus. e dat. del pron. tu]. – 1. Forma atona che concorre alla declinazione del pron. pers. tu, sia come compl. ogg. (ti ho visto = ho visto te), sia come compl. di termine (ti ho detto = ho detto a te); è inoltre indispensabile nella coniugazione dei verbi riflessivi e intransitivi pronominali per la seconda persona sing. (ti vesti, ti pentisti, ti sei scordato, ecc.). Per ciò che riguarda la collocazione sintattica segue le stesse regole che valgono per la particella mi: proclitica al verbo (ti dico, e con l’elisione davanti a vocale o h: t’eri scordato, t’ho visto), posposta come enclitica a ecco (eccoti) e ai verbi di modo infinito (participio, gerundio, imperativo: parlarti, vedendoti, siediti, ecc.), si antepone o si pospone all’imperativo negativo (non ti scomodare! o non scomodarti!). Esprime partecipazione affettiva diretta o indiretta all’azione espressa dal verbo (si tratta del cosiddetto dativo etico): ti sei bevuto tutto!; ti sei preso un bel raffreddore; ti si sta facendo tardi. Con valore rafforzativo: che ti credevi?; chi ti credi d’essere? Nella lingua ant., poet. o letter., si trova anche anteposto all’imperativo positivo: t’arresta! (= arrèstati); or ti consiglia Senz’altro indugio (T. Tasso); e non è rara la posizione enclitica con le forme finite del verbo, soprattutto per effetto della cosiddetta «legge Tobler-Mussafia» (v. enclisi). Unendosi a voci verbali tronche o monosillabe, subisce il rafforzamento sintattico: statti cheto; fatti in là; ant. etti (= ti è). Nell’uso moderno si prepone ad altre particelle (ti ci porto; ti si metteranno contro), assumendo la forma te (v. te2) davanti a lo, la, li, le, ne (te lo dico; te ne darò, ecc.). Nell’uso ant. poteva posporsi anche a il, lo, gli, la, le: «io non so a che io mi tengo che io non ti ficco le mani negli occhi e traggogliti» (Boccaccio). 2. Analoghi a quelli di mi sono gli usi particolari con valore di rafforzativo: che ti credevi?; che ti pensavi?; o anima lombarda, Come ti stavi altera e disdegnosa (Dante).