tibetano
agg. e s. m. – 1. agg. a. Del Tibet, regione storica e moderna dell’Asia centrale (dal 1965 è divenuto, per la quasi totalità, una regione autonoma della Repubblica Popolare Cinese): l’altopiano t.; le popolazioni t.; la cultura, l’arte tibetana. In antropologia fisica, razza t., una delle forme umane mongoloidi dell’Asia centrale, che presenta i caratteri specifici mongolici (per es., la piega sull’angolo interno della palpebra) poco frequenti o poco marcati, per cui viene considerata arcaica e poco differenziata: la statura è piccola o media, la corporatura robusta, il cranio allungato e alto, la faccia lunga, il naso rilevato, la fronte bassa e sfuggente, i capelli neri, lisci e fini, la pelle di colore giallo-bruno. b. Cane t., razza di cani da cui hanno avuto origine la maggior parte dei mastini e dei molossi: tra essi il mastino t., di origine inglese, robusto, alto circa 80 cm, del peso di circa un quintale, con testa larga e massiccia, orecchie ricadenti, coda arricciata, pelo lungo, pesante, di colore nero focato o dorato, allevato come cane da guardia e da mandria. Terrier t., razza di piccoli cani da compagnia, originario del Tibet, simile al bobtail, alto circa 30 cm, con orecchie pendenti, corpo compatto, pelo lungo bianco, grigio e nero che ricade sugli occhi. Spaniel t., razza di cani da compagnia di origine tibetana, di media grandezza, con muso forte, orecchie lunghe e pendenti, coda a pennacchio, pelo abbondante e piatto di colore nero, bianco, fulvo, marrone o dorato. 2. s. m. a. (f. -a) Abitante, originario o nativo del Tibet. b. La lingua parlata dai nativi del Tibet, di ceppo sino-tibetano, ma influenzata nel lessico religioso dal sanscrito in seguito all’opera di traduzione di numerosi testi buddisti nel sec. 7°. ◆ Come primo elemento di agg. composti prende la forma tìbeto-, per es. nelle denominazioni delle lingue tibeto-birmane e delle lingue tibeto-himalaiane, appartenenti entrambe alla famiglia linguistica indocinese.