time-sharing
〈tàim šèriṅ〉 locuz. ingl. [comp. di time «tempo» e sharing «ripartizione, compartecipazione», der. di (to) share «dividere, ripartire»], usata in ital. come s. m. – Genericam., la possibilità offerta a più utenti di attingere in tempi immediatamente successivi a risorse disponibili in scarsa misura; l’espressione è usata soprattutto nella tecnica dei calcolatori elettronici, per indicare il modo di funzionamento a «multiprogrammazione» che consente a più utenti di utilizzare contemporaneamente un sistema di calcolo con programmi diversi; in realtà in ogni determinato istante l’unità centrale elabora sempre un solo programma, ma anziché portarlo a conclusione lo alterna con i programmi concorrenti: in questo modo l’elaboratore può contemperare le esigenze di utenti che abbiano bisogno di risposte in tempo reale con quelle di programmi che richiedono tempi di esecuzione molto lunghi, ottenendo al tempo stesso una gestione ottimale delle risorse in quanto l’esecuzione di un programma può essere sospesa quando è necessaria un’attesa per il trasferimento di dati da (o a) una unità periferica, solitamente molto più lenta dell’unità centrale. In ital., l’espressione viene spesso resa con divisione o partizione di tempo, o partizione temporale, talvolta con cronoripartizione.