timone
timóne (ant. temóne; poet. ant. tèmo) s. m. [lat. tēmo -ōnis]. – 1. a. La stanga che sporge anteriormente dal carro, a un lato e all’altro della quale si attaccano le bestie per il tiro. Per estens., nei moderni autoveicoli, l’elemento articolato che ha la funzione di tenere agganciato e collegato il rimorchio alla motrice. b. Con riferimento alle costellazioni dell’Orsa, dette popolarmente Gran Carro e Piccolo Carro, l’insieme delle tre stelle corrispondenti al timone del carro. 2. Organo fondamentale dell’aratro, detto anche bure, costituito da un’asta metallica o di legno alla quale viene fissato il coltro, e che all’estremità posteriore viene collegata al vomere e al versoio. 3. a. In marina, il principale organo per il governo di navi e imbarcazioni che, nella sua forma più semplice, è costituito da una pala (di legno, di acciaio, di vetroresina) facente corpo con un albero verticale (asse o fusto) collegato generalmente a cerniera col dritto di poppa, così che, imprimendo alla pala una rotazione di un certo angolo rispetto al piano longitudinale dell’imbarcazione (angolo del t.), l’azione dell’acqua sulla superficie laterale della pala determina un movimento di evoluzione del natante rispetto al suo centro di gravità che lo fa «accostare» (cioè girare), quando è in moto, dalla stessa parte in cui è orientata la pala. Per consentire il movimento di rotazione, la pala (il cui bordo posteriore prende il nome di spalla) e l’asse sono rinforzati da staffe metalliche (bandelle) recanti alla loro estremità dei cardini (agugliotti) che trovano alloggio in altrettante ghiere (femminelle) fissate al dritto di poppa (o dritto del t.); la parte superiore dell’asse, che termina con un rinforzo (testa), può essere esterna al dritto di poppa, oppure attraversarlo in un apposito foro (losca) e presentarsi internamente alla volta di poppa; il momento torcente della manovra può essere applicato alla testa mediante una barra nelle piccole imbarcazioni, oppure, in quelle di grandi dimensioni, mediante una ruota con raggi sporgenti (t. a ruota) abbinata a un meccanismo (agghiaccio) che amplifica la forza applicata alla ruota stessa. Tipi particolari sono il t. compensato, in cui, al fine di diminuire lo sforzo necessario alla manovra, si fa coincidere il più possibile l’asse di rotazione con la mezzeria della pala, ricavando in questa una parte anteriore (compenso) che tende a equilibrare lo sforzo della parte posteriore; il t. a doppio fasciame o a dislocamento, a forma di piccola carena, costituito da una intelaiatura interna di profilati ricoperta con fasciame di lamiere come uno scafo. T. a vento, denominazione corrente di un servomeccanismo destinato a mantenere l’andatura di un’imbarcazione a vela (a differenza del «pilota automatico» che invece mantiene la rotta) senza l’intervento del timoniere: è costituito da una banderuola che, una volta orientata nella direzione del vento, trasmette al timone cui è collegata le eventuali variazioni intervenute nell’assetto rispetto al vento (in seguito a raffiche, a colpi di mare, ecc.) per la compensazione automatica e il ripristino dell’andatura (v. fig. a p. 542). b. In aeronautica, la superficie mobile dell’impennaggio di un aeromobile, destinata ad assicurare il controllo della direzione mediante la pedaliera (t. di direzione, disposto verticalmente) e dell’assetto longitudinale mediante la cloche (t. di profondità o equilibratore, disposto orizzontalmente). Negli idrovolanti, t. d’acqua, timone ausiliario atto a facilitarne le manovre in acqua. c. In espressioni fig., con riferimento al timone di una nave: essere al t., reggere il t. (dello stato, dell’economia di un paese, o anche di un ente, di un’istituzione, ecc.), governare, dirigere.