tirannia
tirannìa s. f. [der. di tiranno]. – Il governo del tiranno, l’esercizio della tirannide: Aristotele definì la t. come una degenerazione della monarchia; sotto la t. (o la tirannide) di Dionisio il Vecchio. Per estens., l’esercizio di una qualsiasi autorità quando sia fatto con intransigenza, senza rispetto delle personalità altrui: sottrarsi alla t. del padre, del capoufficio; e in senso concr., per indicare un singolo atto in cui si eserciti tale autorità: è una t. questa!; con sign. ancora più generico, sopruso, prepotenza: come se non bastassero le tirannie che gli hanno fatte ieri (Manzoni). In usi fig., riferito a situazioni e fatti che comunque costringono, imponendo dei limiti, obbligando a determinati comportamenti: la t. del tempo, quando sia troppo ristretto; la t. dello spazio, in uno scritto, in quanto impedisce di trattare più diffusamente un argomento; la t. della rima, quando sia sentita come una difficoltà, come qualche cosa che limiti la libertà dell’espressione poetica.