tirare
v. tr. e intr. [lat. *tirare, di etimo incerto]. – 1. tr. a. Applicare una forza a un oggetto per metterlo in movimento o per spostarlo, per modificarne la forma, ecc.: t. su, giù (v. anche oltre, al n. 3 b); t. la tenda, con movimento laterale in modo da coprire il vano della finestra; t. la corda della campana, la catena dello sciacquone, la maniglia della porta; t. una barca a terra, in secco; t. la fune; t. la cinghia dei pantaloni (e assol., in senso fig., t. la cinghia, soffrire la fame: v. cinghia); t. la barba, la giacca a uno; t. uno per la giacca, per la barba, per i piedi; t. uno da una parte; t. il collo a un pollo, per ucciderlo; t. le reti, raccoglierle dopo averle gettate, per catturare la preda; t. i remi in barca, anche in senso fig. (v. remo, alla fine della voce); assol., tira e molla (v. tiremmolla). Il movimento s’intende per lo più rivolto verso la persona che esercita la forza quando essa si consideri ferma (un movimento in senso contrario s’indicherebbe col verbo spingere; e in questo senso vanno intesi i due verbi tirare, spingere che sono talora segnati sui due lati di alcune porte d’ingresso); più esplicitamente, t. a sé (la porta, il cancello, l’imposta, ecc., o anche qualcuno). Se la persona che fa forza si considera in movimento, s’intende che l’oggetto su cui esercita la trazione venga dietro (anche qui contrapp. a spingere): t. il carretto, quando questo segue (spingere il carretto, quando il carretto sta innanzi); e di bestie attaccate a veicoli: i buoi tirano l’aratro; la carrozza era tirata da quattro cavalli; anche in questo caso la direzione può essere messa in particolare rilievo con l’avv. dietro e la particella pron.: tirarsi dietro un carretto; uscì in gran fretta tirandosi dietro la porta (per altri usi dell’espressione tirarsi dietro, v. oltre, al n. 3 i). Col sign. più generico di spostare, mutare di posto: qui il tavolo impiccia, bisognerebbe tirarlo più in là, più in avanti, un poco più a destra (in casi simili s’intende per lo più che lo spostamento avvenga trascinando il mobile, senza sollevarlo da terra); tira via quel piede; tirarsi da parte, tirare qualcuno da parte, ecc. b. Con riferimento a oggetti deformabili (spec. metalli), ridurli in forma allungata, mediante trazione: t. l’oro in fili; per fregiar più nobili armature, Tirar lame d’acciar, fila d’argento (Caro). Con sign. più ampio, nell’uso fam., t. la pasta, t. la sfoglia, distendere l’impasto per ottenere la sfoglia. c. Riferito a oggetti filiformi, o comunque estesi in lunghezza, tenderli: t. un filo, tra un palo di sostegno e l’altro; t. le corde di uno strumento, di un meccanismo; fig., t. la corda, t. troppo la corda, eccedere in sforzi soprattutto a danno della propria salute, o anche, con altro senso, insistere troppo in una richiesta, rischiando così di non ottenere nulla (soprattutto in frasi negative: non tirare troppo la corda!). d. Tracciare, disegnare, nelle espressioni (dell’uso com., ma non tecniche) t. una linea (cfr. tiralinee), t. una perpendicolare a una retta data, e sim.; per estens., t. un muro, costruirlo, quando abbia sviluppo lineare. e. Trarre a sé, immettere aria o altri aeriformi, soprattutto nei polmoni, inspirando o aspirando, oppure liquidi, ingerendoli succhiando o assorbendoli: t. una boccata di fumo, dalla sigaretta o dal sigaro, dalla pipa; t. una striscia di cocaina, aspirarla con le narici; t. il fiato, inspirare o, più genericam., respirare (e in usi estens. e fig., prendersi una breve pausa di riposo, di pace, un po’ di tempo in più: lasciami t. il fiato); t. il respiro, respirare profondamente (anche in usi fig.: t. un respiro di sollievo, liberarsi da un pensiero, da una preoccupazione assillante); il bambino s’è attaccato al petto e sentissi come tira il latte! (più spesso, assol., come tira). f. Lanciare, scagliare, gettare con forza lontano, in una determinata direzione, sia con le mani e le braccia o con i piedi, sia con strumenti e mezzi varî: t. un sasso (o estens. una sassata), t. pietre; t. frecce con l’arco, dardi con la balestra, proiettili con la fionda, e t. frecciate (anche in senso fig., v. frecciata); t. un coltello, un’accetta; t. pugni, schiaffi, calci; t. la palla, il pallone, lanciarli (e assol., nel calcio, t. in porta, in rete o a rete, effettuare un tiro contro la porta avversaria); t. un rinterzo, un rinquarto, e con uso intr. t. di rinterzo, di rinquarto, nel gioco del biliardo; t. i dadi; t. una carta, in una partita di carte, metterla in tavola; t. fiori, confetti, e in usi estens. e fig.: t. baci, far vista di lanciarli con la punta delle dita; t. peti; t. moccoli, bestemmie. In partic., riferito ad armi bianche o da fuoco, vibrare o fare esplodere un colpo: t. un colpo di coltello al ventre, un colpo di sciabola al fianco, e t. una coltellata, una sciabolata, un fendente; t. un colpo di fucile, di rivoltella, di cannone, e t. una fucilata, una revolverata, una cannonata; t. una bomba a mano. Con uso assol., quasi intr., riferito ad armi bianche: t. di scherma, t. di sciabola o di fioretto, come attività sportiva; riferito invece ad armi da fuoco, sparare: t. alla selvaggina, e t. a fermo, a volo, al frullo; t. col fucile, con la carabina, con la pistola; t. a segno, colpire giusto o praticare il tirassegno; t. bene, male; con il soggetto dell’arma: una carabina che tira con grande precisione; un cannone che può t. a venti chilometri. Analogam., t. di boxe, fare del pugilato. 2. tr., fig. a. Nel ciclismo, t. il gruppo, t. un compagno di squadra, e assol. tirare, mettersi alla testa, immediatamente avanti, con la ruota posteriore quasi a contatto di quella anteriore di chi segue, in modo da agevolarlo fendendo l’aria e diminuendo lo sforzo che deve fare per vincerne la resistenza; t. la volata al caposquadra, precederlo a ruota nella volata finale, fino a cento o duecento metri dal traguardo. b. Attirare, portare con sé o a seguito di sé: una parola tira l’altra, di discussioni che si fanno sempre più accese e degenerano in litigi; una ciliegia tira l’altra, espressione prov. riferita a fatti e atti che avvengono o si compiono ripetutamente, di seguito: i baci (o le disgrazie, ecc.) sono come le ciliegie, una tira l’altra. c. Indurre, spingere a comportarsi e agire in un determinato modo: Che i più tirano i meno è verità (Giusti); Signor mio caro, ogni pensier mi tira Devoto a veder voi (Petrarca); nell’uso ant., attirare, attrarre: come la calamita tira il ferro (Sacchetti); verso Dio Tutti tirati sono e tutti tirano (Dante). d. Ricavare, trarre qualcosa da un’altra cosa: t. il sugo, da carni cotte a fuoco lento; t. (ma più com. trarre) vantaggio, profitto da una situazione; t. le somme, fare l’addizione, e, in senso metaforico, concludere; t. le conseguenze, dedurle; nell’uso ant. e fam., avere, riscuotere proventi e retribuzioni: t. la pensione, la paga; Né io sono per anche un manzoniano Che tiri quattro paghe per il lesso (Carducci). In tipografia, in fotografia e nella tecnica di riproduzione multipla, ricavare copie da una matrice, da un negativo o da un esemplare, stampare, riprodurre: t. un volume in 10.000 copie o t. 10.000 copie di un volume; t. sei esemplari di una foto, 100 esemplari numerati di un’incisione (v. tiratura). e. Portare, condurre a uno stato o a una condizione determinati per mezzo di lavorazioni particolari: t. a lucido o a lustro un mobile, un marmo, un pavimento; t. a pulimento un pezzo metallico. In senso non materiale, dare un valore, in senso forzato, non obiettivo: è uno di quelli che tirano tutto al peggio. f. In combinazione con espressioni di tempo nelle locuz.: t. giorno (o mattina), andare a dormire all’alba; t. sera, passare una giornata senza saper che fare, sperando che finisca presto; t. tardi, stare svegli fino a notte tarda. g. Nell’uso fam., è com. l’espressione tirarsela, darsi arie, assumere atteggiamenti di superiorità: come se la tira, da quando è stata nominata direttrice! 3. tr. Con avverbî e locuzioni avv. o con compl. particolari: a. T. avanti, fare avanzare, assicurare lo svolgimento e la continuità: t. avanti un lavoro; t. avanti la famiglia, la casa; t. avanti la vita, e più spesso assol. t. avanti, continuare a vivere: è gravissimo, potrà t. avanti solo qualche giorno (anche con sign. più ampio, provvedere alle necessità economiche di vita: con quel prestito, potrà almeno t. avanti un mese o due). b. T. su, portare in alto, sollevare, alzare: t. su il secchio dal pozzo, e t. su l’acqua; t. su l’ancora, la saracinesca, la tenda; t. su (o tirarsi su) i pantaloni, la gonna, le calze; tirarsi su le maniche, rimboccarsele, anche in senso fig. (v. manica, n. 1 b); t. su una casa, costruirla; t. su i capelli, raccoglierli e fermarli in alto, sulla testa; t. su le carte, prenderle dal mazzo o dal tavolo; t. su i numeri (della tombola, del lotto, ecc.), prenderli dal sacchetto o da un altro contenitore; con uso assol., t. su (col naso), aspirare con forza e rumorosamente dal naso l’aria e il muco, spec. quando si è raffreddati o si piange: smettila di t. su continuamente! In partic., t. su (da terra) qualcuno o qualcosa, rialzarli: era caduto, e a tirarlo su da solo non ce l’ho fatta, perché è un omone pesante; il cavallo è scivolato, bisogna tirarlo su; tiriamo su quel palo; tira su quel pezzo di carta, raccàttalo. In senso fig., t. su uno, allevarlo, provvedere al suo sostentamento e alla sua educazione: i genitori sono morti che aveva pochi mesi, e l’hanno tirato su gli zii; è lei che s’è sbandata, i suoi l’avevano tirata su bene; gli dava non solo da vivere ma di che mantenere e tirare su una numerosa famiglia (Manzoni). Nel rifl., tirarsi su, migliorare le proprie condizioni economiche o sociali: comprerò un mulo e potrò tirarmi su a fare il carrettiere davvero (Verga); riprendersi, riaversi da una malattia, da uno stato di debilitazione fisica e psichica: è proprio mal ridotto, e non riesce a tirarsi su; non ti devi abbattere: ora cerca di distrarti e di tirarti su. c. T. giù, abbassare, calare: t. giù la saracinesca, il sipario; t. giù colpi, botte, legnate, pugni, darli con violenza e in grande quantità; t. giù versi, poesie, articoli, quadri, farne molti di seguito e per lo più troppo in fretta. d. T. fuori, estrarre, mettere fuori: basta tirarsene fuori e anche la villeggiatura diventa qualcosa di veramente stupido, quasi indecente (Sandro Veronesi); t. fuori una pistola, il coltello; t. fuori il portafoglio, l’orologio; t. fuori quattrini, denaro (tremila euro, un biglietto da cento), darli, spenderli; t. fuori la lingua, le unghie o gli artigli; t. fuori dalle macerie un ferito, t. fuori dall’acqua il cadavere di un annegato; fig., t. fuori un amico da un pasticcio, da una situazione imbrogliata (frequente anche il rifl: tirarsi fuori da un pasticcio, da un imbroglio). In senso non materiale: t. fuori una vecchia questione, riesumarla; t. fuori scuse, pretesti, cavilli, argomenti capziosi, addurli; ma guarda che cosa va a t. fuori!, di chi richiama fatti lontani, vecchi e dimenticati. e. T. via, portare via, levare con forza; strappare: farsi t. via un dente; tira via quelle mani!; t. via il dito dal naso. Più spesso, in senso fig., fare, eseguire qualcosa in fretta e malamente, senza la cura e l’impegno che richiederebbe: un lavoro, un articolo tirato via; con uso assol., fare in fretta: su, tira via, è tardi; lasciare correre, passare sopra a qualcosa, non curarsene: beh, tiriamo via, ormai è accaduto ed è inutile recriminare; su, tira via, l’ha detto in un momento di rabbia. f. T. in lungo, prolungare nel tempo, mandare troppo alle lunghe, soprattutto per non concludere subito: t. in lungo una trattativa, la discussione; usato assol.: sta tirando in lungo per guadagnare tempo. g. T. a sorte, sorteggiare, scegliere o decidere per sorteggio: t. a sorte i numeri di una lotteria, i nomi dei concorrenti per stabilire l’ordine di precedenza; usato assol. o in espressioni ellittiche: se nessuno si sente di farlo, tiriamo a sorte (o a chi tocca). h. T. in ballo, chiamare in causa, coinvolgere in una situazione persone o cose che hanno poca o nessuna pertinenza, che non è opportuno richiamare e implicare: non t. in ballo sua moglie, che non c’entra affatto; è inutile t. in ballo queste vecchie questioni. i. Con la particella pron. di valore rifl.: tirarsi addosso, farsi cadere addosso qualcosa, e, in senso fig., fare ricadere su di sé, procurarsi fatti spiacevoli: si è tirato addosso l’armadio; agendo così, ti tirerai addosso le critiche, le maledizioni di tutti; tirarsi dietro, portare, spingere, trascinare dietro di sé: se lo inviti, è capace di tirarsi dietro tutti i parenti; tirati dietro il portone, o il cancello, quando esci; in senso non materiale, comportare come conseguenza: è una malattia che può tirarsi dietro complicazioni anche gravi; tirarsi indietro, ritirarsi, in senso proprio e fig.: tìrati indietro, sta arrivando il treno; è un pagliaccio! si è tirato indietro all’ultimo momento (cioè, è venuto meno alla parola, agli impegni che aveva assunto); tirarsi in là, farsi da parte, scostarsi: tìrati in là, che non ci passo. l. In espressioni fig. partic., con compl. varî: t. gli orecchi a qualcuno, rimproverarlo; t. coi denti, fare qualcosa in modo forzato: un’interpretazione, un’argomentazione tirata coi denti; con lo stesso sign. t. per i capelli, riferito a cose: questa conclusione mi sembra tirata per i capelli; ma riferito a persone, costringere a fare qualcosa a forza, controvoglia: mi hanno tirato per i capelli ad assumermi questo incarico; t. la carretta, avere su di sé tutto il carico del lavoro (v. carretta); t. le cuoia, morire; t. l’acqua al proprio mulino (v. mulino2); t. sassi in colombaia o in piccionaia (v. colombaia). 4. intr. (aus. avere) a. Soffiare, riferito al vento (è d’uso più com. e fam. rispetto a soffiare e a spirare, e indica per lo più un movimento d’aria forte): senti che ventaccio tira oggi; tirava una tramontana gelida che mozzava il respiro; in usi fig.: che vento, o che aria, tira?, come vanno le cose?, com’è la situazione?; con il vento che tira, è bene non commettere il minimo errore, con la situazione sfavorevole, avversa e pericolosa, che si è determinata, ecc. b. Far passare agevolmente l’aria, il fumo, ecc., avere un buon tiraggio: la cappa del camino, la stufa o questo sigaro, la pipa, tira benissimo, poco, male, o non tira. In senso fig., procedere bene, avere influenza positiva sullo sviluppo economico: il mercato dell’auto ancora tira; l’industria edilizia continua a tirare. c. Stare troppo teso o stretto, esercitare una pressione eccessiva sulla parte del corpo che è a contatto, riferito a oggetti di abbigliamento e di vestiario: le bretelle tirano troppo, vanno allentate; la cintura mi tira; è ingrassato e la giacca gli tira sulle spalle; questi pantaloni mi tirano al cavallo. d. Tendere, mirare a qualcosa, o esserci portato per natura e per indole: t. ai soldi, al guadagno; t. a sfruttare il lavoro degli altri, a ingannare il prossimo. Nell’uso fam., t. a indovinare, azzardare una risposta nella speranza che sia giusta; t. a campare (frequente spec. nell’uso centro-merid.), pensare a vivere, provvedere ai proprî interessi essenziali, senza farsi troppi problemi e cercando di evitare impegni, noie e preoccupazioni: da’ retta a me, tira a campare!; tiriamo a campare, non ci avveleniamo l’esistenza; con uso impersonale, t. a piovere, del tempo, tendere alla pioggia. e. T. sul prezzo (raro, con uso trans., t. il prezzo), e assol. tirare, contrattare, insistere per ottenere una riduzione di spesa: non mi piace t. sul prezzo, e perciò preferisco i negozî a prezzo fisso; quelli che bevono il vino senza criticarlo, che pagano il conto senza tirare (Manzoni); t. sulle spese, essere parsimonioso, cercare di economizzare il più possibile: con la vita che si fa più cara giorno per giorno, bisogna t. anche sul mangiare. f. fam. T. dal padre, dalla madre, o dalla famiglia paterna, materna, averne ripreso i caratteri fisici o psichici, essere somiglianti: il ragazzo tira più dalla madre, e la bambina dal padre. g. Seguito da avverbî o da locuzioni avv.: t. a destra, a sinistra, tendere: la vettura tira un po’ a destra; t. dritto o diritto, proseguire, procedere per la via dritta, senza voltare o fermarsi: l’ho chiamato, ma lui ha tirato diritto; in senso fig., tendere risolutamente allo scopo prefissato: tu tira diritto, non badare alle critiche (con uso e sign. analogo, t. via e t. innanzi); t. di lungo, passare da un luogo, davanti a qualcuno o a qualcosa, senza fermarsi: hanno visto, traversando la piazza, che c’era una rissa, ma per evitare grane hanno tirato di lungo. ◆ Part. pres. tirante, anche come agg. in botanica, nell’espressione radice tirante, che si contrae e tira in giù il rizoma, il bulbo o il tubero cui è attaccata. Per gli usi e i sign. partic. che ha come s. m., v. tirante. ◆ Part. pass. tirato, anche come agg. nei varî sign. del verbo e con accezioni proprie (v. tirato).