tirata
s. f. [der. di tirare]. – 1. L’azione, il fatto di tirare una sola volta, con una certa forza: dare una t. alle briglie, al campanello; una t. (o una tiratina) d’orecchi, soprattutto nel sign. fig. di rimprovero: gli darò io una buona t. d’orecchi. Con riferimento all’atto dell’inspirare: una t. di fiato; accese la sigaretta, ma dopo due t. la buttò via. Nella tecnica, sinon. di tiraggio. 2. In alpinismo, t. (o tiro) di corda: v. tiro2, n. 5. 3. fig. a. Percorso o lavoro compiuto senza soste o interruzioni, e per lo più con notevole impegno, sforzo e fatica: da Genova a Napoli abbiamo fatto tutta una t. (in auto); il territorio bergamasco non era tanto distante, che le sue gambe non ce lo potessero portare in una t. (Manzoni); finirò il lavoro in una t. sola; per terminare il libro mi ci vorranno ancora due o tre tirate. b. Nel linguaggio teatrale, lungo discorso che un personaggio fa sulla scena, senza che altri interloquisca e, in partic., nella commedia dell’arte, quel soliloquio che illustra il carattere di uno dei personaggi e le vicende cui partecipa; per estens., fuori del teatro, lungo discorso, soprattutto se di tono polemico o di disapprovazione: il presidente ha fatto una t. contro il direttore; il suo intervento alla Camera è stato tutto una t. contro il governo. 4. In musica, formula di ornamentazione melodica, consistente in un passaggio di scala ascendente o discendente fra due note. ◆ Dim. tiratina, quasi esclusivam. nelle accezioni del sign. 1: una t. di briglie, d’orecchi, di sigaretta.