tocco2
tócco2 s. m. [der. di toccare] (pl. -chi). – 1. a. L’atto di toccare, il fatto di venire toccato: basta il minimo t. perché tutto il castello di carte precipiti; con un t. della bacchetta magica la fata lo mutò in un topolino; completò la truccatura con due o tre t. di cipria sulle guance. b. In zootecnia, sinon. di maneggiamento o tasto. c. ant. A Firenze, nei secoli 15°-18°, intimazione del termine perentorio fatta ai debitori dai donzelli della Corte della mercanzia: veniva eseguita toccando il debitore in origine con una bacchetta coperta di velluto verde, poi con le mani, e accompagnando il gesto con la dichiarazione del nome del creditore e dell’entità del debito. 2. a. Percussione delle dita sulle corde d’uno strumento per farle vibrare e trarne il suono: percote a spessi tocchi Antico un plettro il Tempo (Foscolo). In partic., nella tecnica pianistica, l’arte di produrre il suono nelle volute qualità d’intensità e di timbro, che si manifesta nel modo di «toccare» i tasti, con le tante imponderabili differenze che si ottengono nella pratica di un abile e sensibile esecutore: pianista che ha un t. leggero, sciolto, pesante, un t. magico, che sa variare il t., che si riconosce al tocco. b. Nelle arti figurative, il particolare modo, caratteristico di un artista, di adoperare la matita, il pennello, il bulino, di trattare il colore, ecc., per rappresentare gli oggetti o le singole parti della figura e ottenere determinati effetti: t. ardito, leggero, vivace, energico; delicatezza, forza, vigoria di tocco. Con accezione più tecnica, tocco in penna, disegno eseguito a penna. 3. estens. Colpo dato o battuto su qualche cosa: si sentirono due t. all’uscio di casa; in senso fig., nell’uso tosc. (come sinon. non com. di colpo), insulto apoplettico: gli è venuto un t., o un t. d’accidente. In partic.: a. Nel calcio, avere un buon t. di palla, calciare con destrezza e precisione; anche assol.: il t. si affina ma deve considerarsi innato, e dipende dalla sensibilità, dal sincronismo, dalla coordinazione naturale e dalla capacità di indirizzare il colpo sulla palla (Gianni Brera). Nella pallavolo, t. di palla (o assol. tocco), ciascuno dei colpi (tre al massimo) eseguiti per rinviare il pallone oltre la rete, nel campo avversario; t. del muro, il susseguirsi di più tocchi effettuati da uno o più giocatori che si trovano vicino alla rete. b. Ciascun colpo che dà il battaglio sulla campana, rintocco: si sentirono i primi t. dalla chiesa vicina; E una campana che sonasse a tocchi (Giusti); anche degli orologi pubblici che annunciano le ore a rintocchi di campana: contò i t.: erano le nove; di qui, assol., il t., l’una: è già suonato il t.?; ci vediamo al t. in punto; ci mettiamo a tavola al t. e mezzo, all’una e mezzo; s’intende di solito l’una dopo mezzogiorno, in caso contrario per lo più si specifica (il t. dopo mezzanotte), ma quando non ci sia equivoco si può usare anche assol.: stanotte sono rientrato al t.; lo spettacolo non finirà prima del tocco. 4. a. Nel gioco, o anche in altre occasioni in cui si debba estrarre a sorte fra i componenti di un gruppo, fare al t., o a chi tocca, designare quello tra i presenti che dovrà fare una determinata cosa, affidando la scelta alla sorte; di solito si procede così: ciascuno dei presenti, disposti in cerchio, allunga la mano aprendo quante dita vuole; uno fa la somma di tutte le dita presentate, e poi conta in giro fino ad arrivare a quel numero; colui che viene toccato per ultimo è il designato. Fuori dell’uso tosc. si dice anche fare il conto, fare la conta o alla conta. b. Nome napoletano del gioco della passatella (in quanto fondato sul tirare a sorte). 5. non com. Sensazione prodotta al tatto da qualche cosa, spec. da un tessuto o da un filato: stoffa, panno che ha un bel t., un t. gradevole, sgradevole; una tela leggera che ha il t. della seta. ◆ Dim. tocchétto, tocchettino, piccolo tocco, piccolo colpo; nell’uso tosc., colpo apoplettico.