toga
tòga s. f. [dal lat. toga, affine a tegĕre «coprire»]. – 1. a. Abito maschile dei Romani antichi, costituito da un telo di lana o di lino, che si indossava sopra la tunica facendo ricadere un lembo sulla spalla sinistra e avvolgendo l’altro dalla spalla alla schiena fino a fissarlo sotto l’ascella destra, in modo da coprire il braccio sinistro e da lasciare libero il destro: t. virile o pura, bianca, indossata dai cittadini a partire dai 16 anni di età; t. pretesta o pretestata, orlata di una fascia porpora, usata dai giovani fino a 16 anni, e dai più alti magistrati; t. candida, indossata da chi si candidava a cariche elettive; t. scura o bruna, indossata in segno di lutto. b. Nella Repubblica di Venezia, veste maschile, con maniche, indossata dai senatori (t. rossa), dai magistrati, dai nobili e dai medici (t. nera) dal sec. 14° al 18°. c. In età moderna, mantello nero aperto sul davanti, con maniche molto ampie, indossato dai magistrati e dagli avvocati in tribunale, nelle udienze (e anche dai professori universitarî in alcune cerimonie ufficiali). 2. In espressioni fig., come simbolo dell’autorità e del potere civile (contrapposti a quelli militari e in partic. all’uso delle armi): cedano le armi alla t., frase che traduce il lat. di Cicerone cedant arma togae; e come simbolo dell’esercizio della giustizia e dell’attività forense di magistrati e avvocati: la dignità della t.; gente di toga; abbandonare la t.; lo sciopero delle t., dei magistrati, nel linguaggio giornalistico.