tomografia
tomografìa s. f. [dal ted. Tomographie, comp. del gr. τόμος «sezione», qui «strato», e di –graphie «-grafia»]. – In radiologia, particolare tecnica di indagine che consente di ottenere immagini di determinate sezioni, opportunamente scelte, del corpo. Nella diagnostica radiologica tradizionale la tomografia si basa sulla possibilità di eseguire radiogrammi nei quali risultano perfettamente a fuoco e nitidi soltanto i punti situati nello strato fisso che rappresenta il fulcro del movimento in senso opposto impresso al tubo radiogeno e alla lastra durante la ripresa radiografica, mentre tutti gli altri punti posti al di sopra o al di sotto di tale piano appaiono sfuocati. Le moderne tecniche di formazione delle immagini hanno reso disponibili altri tipi di tomografia, tutti caratterizzati da un elevato livello di selezione: la t. computerizzata (TC), inizialmente denominata t. assiale computerizzata (TAC) in quanto solo più tardi è stato possibile ottenere le sezioni sagittale e frontale, che utilizza come sorgente energetica le radiazioni X e attraverso una serie di complessi procedimenti, terminanti con l’elaborazione mediante computer dei segnali raccolti da particolari rivelatori, concretizza l’immagine della sezione in esame; la t. a emissione di positroni (PET), che giunge alla formazione dell’immagine attraverso l’elaborazione mediante computer di segnali provenienti da un tomografo fondamentalmente costituito da cristalli in grado di rilevare, tramite radiazione luminosa, la distribuzione spaziale e temporale di molecole marcate emittenti positroni somministrate al soggetto in esame; la t. a ultrasuoni (v. ecotomografia); la t. a risonanza magnetica nucleare o TRMN (v. risonanza).