topazio
topàzio (pop. topazzo) s. m. [dal lat. tardo topazius, gr. τοπάζιον, di origine orientale incerta, dagli antichi ritenuto der. del nome dell’isola di Τόπαζος, nel Mar Rosso]. – 1. a. Minerale rombico, nesosilicato fluorifero di alluminio, di origine pneumatolitica, che si rinviene in giacimenti alluvionali o, in giacitura primaria, nelle cavità e nei filoni di rocce acide (per es., i graniti), in prismi tozzi dai quali, se limpidi, vengono ricavate gemme pregiate, tagliate di solito a tavola e a gradini. Limpido e incolore se puro (goccia d’acqua, tagliata talora a brillante o come lo smeraldo), il topazio viene colorato in giallo oro (t. brasiliano), giallo zafferano (t. indiano o orientale), giallo verdolino (crisolito di Sassonia) da impurezze di ossido di cromo, e in azzurro verdolino (t. acquamarina), azzurro chiaro (t. siberiano), azzurro (zaffiro del Brasile) da impurezze di ossido di ferro; esistono anche varietà rosa (t. rosa) o, rare, rosse (rubino del Brasile). b. Nel linguaggio corrente vengono spesso indicate col nome di topazio varietà gialle di altri minerali: così, per es., sono talora impropriamente detti t. orientale il corindone giallo e il quarzo citrino (anche falso topazio). c. T. bruciato, gemma di colore roseo più o meno intenso, ottenuta scaldando varietà gialle di topazio alla temperatura di 300-450 °C. 2. Il colore giallo ambrato proprio del topazio orientale, riferito spec. al vino: Col Topazio pigiato in Lamporecchio ... A inghirlandar le tazze or mi apparecchio (Redi). 3. Nome (topazio o colibrì topazio) di una specie di colibrì della Guiana (lat. scient. Topaza pella), che ha la gola di colore giallo topazio.