topo1
tòpo1 s. m. [in origine, variante dial. di talpa (v. topa)]. – 1. a. Nome comune dei roditori della famiglia muridi e di altre famiglie affini (gliridi, cricetidi); in senso più ristretto il nome è riservato alle specie della sottofamiglia murini, che comprende forme dal muso appuntito, occhi rotondi, orecchie grandi, mano e piede provvisti rispettivam. di 4 e 5 dita, coda lunga rivestita di squame e peli corti e radi. Senza altra denominazione si intendono per topo, nell’uso corrente, le due specie commensali Mus musculus e Mus domesticus, di piccole dimensioni, comuni nelle case; altre specie, più o meno note, sono: il t. delle fogne (lat. scient. Rattus norvegicus), detto più propriam. ratto nero, ratto delle chiaviche, pantegana o surmolotto; il t. bianco e il ratto bianco, razze albine di Mus musculus e di Rattus norvegicus, allevati e selezionati in varî ceppi per essere utilizzati per esperimenti in laboratorio; il t. selvatico (Apodemus sylvaticus) e il t. selvatico a collo giallo (Apodemus flavicollis), specie comuni nelle campagne, nelle macchie e nei boschi europei; il t. campagnolo (Microtus agrestis), piccola arvicola comune nelle campagne; il t. dai piedi bianchi (Peromyscus leucopus), cricetide comune in America Settentr.; il t. quercino, altro nome del quercino o ghiro quercino (Eliomys quercinus), della famiglia gliridi; il t. spinoso o ratto spinoso, nome delle varie specie del genere Acomys; il t. volante, altro nome del topolino delle risaie (v. topolino, n. 2 a). b. Con riferimento al topo domestico: un libro roso dai t.; trappola per i t.; tenere in casa un gatto per dare la caccia ai t.; il t. di campagna e il t. di città, argomento di una favola narrata da Orazio. Malattia da morso di topo, malattia causata da uno spirillo (Spirillus minus) o da uno streptobacillo (Streptobacillus moniliformis), ambedue presenti abitualmente nella flora orale dei topi (v. sodoku), che possono quindi trasmetterli col morso. Locuz. particolari: bagnato, unto come un t., di persona con i capelli bagnati dalla pioggia o unti d’olio, di brillantina: è tornato a casa bagnato come un t., o che pareva un t. uscito dall’orcio; muso di t., di forma appuntita (ma anche con valore vezz.: visino, musetto di t., appuntito ma grazioso e vivace); denti di t., piccoli, sottili e aguzzi; fare la fine del t., rimanere intrappolato; ci ballano, o ci possono ballare i t., di una casa ampia ma vuota e squallida, oppure disabitata (v. anche le locuz. e i detti prov. citati nel n. 1 a della voce gatto). Per i varî sign. fig. dell’espressione coda di topo, v. questa locuz. nel suo ordine alfabetico; per le piante denominate orecchio o orecchia di topo, v. orecchio (nel sign. 6). c. Con funzione attributiva nell’espressione grigio topo, particolare sfumatura di grigio chiaro. 2. T. marsupiale, nome di alcune specie di marsupiali dasiuridi; t. saltatore, marsupiale dasiuride dell’Australia orient. (lat. scient. Antechinomys laniger), con zampe posteriori fortemente sviluppate, atte al salto. 3. fig. a. T. di biblioteca, scherz., persona molto assidua delle biblioteche o che legge e studia molto, passando gran tempo sui libri. b. T. d’albergo, ladro specializzato in furti nei grandi alberghi (è l’equivalente ital. del fr. rat d’hôtel); analogam. si sono create altre espressioni, come t. d’appartamento, t. d’auto, t. di treno, ecc. c. Utensile di ferro usato dai vetrai, detto anche grisatoio. d. In medicina, t. articolare, il reperto semeiologico caratteristico dei corpi mobili articolari, costituiti da frammenti ossei, cartilaginei o osteocartilaginei: consiste nel reperto palpatorio di una piccola tumefazione che si apprezza o scompare in rapporto ai movimenti dell’articolazione, talvolta nel blocco dell’articolazione e nella formazione di un idrartro. ◆ Dim. topino (v.) e topolino (v.), meno com. topétto e topettino; accr. topóne, topolóne; pegg. topàccio: al rumore de’ suoi passi, al suo affacciarsi, uno scompiglio, uno scappare incrocicchiato di topacci (Manzoni).