topografia
topografìa s. f. [dal gr. τοπογραϕία, comp. di τόπος «luogo» e -γραϕία «-grafia»]. – 1. a. Disciplina che studia gli strumenti e i metodi atti alla misurazione e alla rappresentazione di parti della superficie fisica della Terra, di dimensioni sufficientemente piccole perché se ne possa trascurare la sfericità; l’insieme dei metodi stessi. La topografia, che è una branca della geodesia, ha per fine e oggetto specifico la descrizione, grafica o numerica, di tutte le particolarità del terreno, e la loro rappresentazione in carte con un preciso contenuto geometrico che consenta di eseguirvi delle misurazioni. Queste carte si distinguono, per la scala della rappresentazione e per il conseguente maggiore o minore numero delle particolarità rappresentabili, in piante (scala da 1/100 a 1/1000), mappe (scala da 1/1000 a 1/5000) e carte topografiche (scala da 1/5000 a 1/100.000). b. Rappresentazione grafica di una zona di terreno di dimensioni limitate. 2. estens. Configurazione di un luogo, spec. di una città o di un centro abitato, nella distribuzione delle sue strade e dei suoi monumenti, e la relativa descrizione: la t. di Roma antica; la t. delle città medievali; conosco poco la t. di Milano. Anche, in senso più ampio, la distribuzione delle varie parti di un vasto edificio, o degli elementi che compongono un ambiente, o dei posti assegnati in un luogo di lavoro, e sim.: non conosco ancora bene la t. della caserma; è cambiata un po’ la t. dei nostri uffici; modificare la t. dei banchi di lavoro nell’officina. E in usi fig., con riferimento alla distribuzione di cariche, di funzioni, di responsabilità: con le nuove elezioni la t. parlamentare subirà certo notevoli rimaneggiamenti. 3. In medicina, la proiezione, sul corrispondente piano superficiale, di un organo profondo, per es. la proiezione del cuore e dei grossi vasi sulla regione precordiale. In partic., t. cranio-cerebrale, ramo dell’anatomia chirurgica che studia i rapporti esistenti tra la scatola cranica e le sottostanti strutture encefaliche.