torio
tòrio s. m. [lat. scient. Thorium, der. del nome Thor, il dio germanico del tuono, così denominato dal suo scopritore (1828), il chimico sved. J. J. Berzelius]. – Elemento chimico radioattivo, di simbolo Th, peso atomico 232,04, numero atomico 90, appartenente al gruppo degli attinidi, esistente in natura associato con terre rare, niobio, tantalio e uranio in varî minerali (tra i quali, ai fini dell’estrazione, è importante la monazite): è un metallo di aspetto lucente, argenteo appena tagliato, usato nella preparazione di leghe, alle quali impartisce elevate qualità meccaniche e resistenza alla corrosione, considerato inoltre con interesse nei programmi energetici (infatti l’isotopo 232 si può trasformare in uranio, impiegabile in reattori nucleari). Tra i composti, il biossido di t., caratterizzato dal punto di fusione più alto degli ossidi noti, è utilizzato per la fabbricazione di refrattarî, vetri speciali, filamenti di valvole termoioniche, reticelle Auer, come catalizzatore, ecc.; in passato fu usato anche, prima che ne venisse documentata la grave pericolosità degli effetti tardivi, come mezzo di contrasto nell’indagine radiografica di alcuni organi (fegato, milza, cervello, ecc.).