torma
tórma s. f. [lat. tŭrma, di etimo incerto]. – 1. L’unità tattica dell’antica cavalleria romana, così detta, secondo un’infondata etimologia di Varrone, perché contava 30 cavalieri, originariamente 10 per ognuna delle 3 tribù (terna) divisa perciò in 3 decurie. 2. estens., letter. Schiera di combattenti: Tal tra le Perse t. infuriava L’ira de’ greci petti e la virtude (Leopardi); più genericam. massa di persone che procedono senza ordine: tre ombre insieme si partiro, Correndo, d’una t. che passava (Dante), da una schiera d’anime; Tosto gli dèi d’Abisso in varie torme Concorron d’ogn’intorno a l’alte porte (T. Tasso); branco d’animali: Le feroci cavalle in lunghe torme (L. Alamanni); in usi fig., poet., di cose astratte, personificate, o no: Dalla chimmeria valle uscian le torme De’ Sogni negri con diverse forme (Poliziano); intanto fugge Questo reo tempo, e van con lui le torme Delle cure onde meco egli si strugge (Foscolo). Con senso generico, andare, venire a torme, in folla, in gran numero: gli Europei, dalla burrasca economica che li travaglia, sono cacciati a torme verso il nuovo mondo (Pisacane).