tornacontocrazia
s. f. (spreg.) Il potere del tornaconto. ◆ «Credo che ci sia qualunquismo mediatico. Creo un neologismo: c’è molta “tornacontocrazia” nella musica leggera. Si fanno le cose per il tornaconto, più che per il cuore» [Povia]. (Arena, 7 dicembre 2007, p. 59, Spettacoli) • La battaglia contro la «tornacontocrazia» è iniziata. Parola – e neologismo – di Povia Giuseppe, cantautore dei bambini che fanno ooh e dei piccioni vincitori a Sanremo. Dove quest’anno non l’hanno voluto, ma dove lui tornerà, comunque, in coppia con Francesco Baccini: «Con lui avevamo scritto la canzone che [Pippo] Baudo & Company hanno bocciato, “Uniti”, che è appunto un inno contro la tornacontocrazia, l’avremmo cantata vestiti da Peppone e don Camillo per dare la stura alla nostra campagna per una legge sulla musica», spiega Povia, […] Sì, ma che cos’è la «tornacontocrazia», Povia? «È la filosofia delle multinazionali del disco, che oggi sono in crisi anche per questo, perché agiscono solo in base al loro tornaconto immediato. A una major basta che tre delle decine di artisti che ha sotto contratto entrino in hit parade per far quadrare i conti e disinteressarsi di tutto il resto». (Federico Vacalebre, Mattino, 20 gennaio 2008, p. 53, Napoli Spettacoli).
Composto dal s. m. tornaconto con l’aggiunta del confisso -crazia.