torreggiare
v. intr. [der. di tórre] (io torréggio, ecc.; aus. avere). – 1. raro. Ergersi, levarsi in alto con le proprie torri: al termine della valle torreggia un castello; con torreggianti mura, Sudor di due gran Numi Ilio sorgea (Testi). 2. fig. Ergersi e sovrastare, dominare in altezza, come una torre: una vetta altissima che torreggia sulle altre cime; l’albergo, con i suoi 12 piani, torreggia sulle basse case del paese. Anche con riferimento a persone: Torreggiavan di mezza la persona Li orribili giganti (Dante; ma il verbo fu inteso anche come trans., sempre nel sign. di «sovrastare», avendo come compl. ogg. «la proda che ’l pozzo circonda» del verso prec.); [Polifemo] si movea con essa [con la gregge] insieme, E torreggiando, inverso la marina, Per l’usato sentier se ne scendea (Caro); Alberto di Giussano ... Ne la gran possa de la sua persona Torreggia in mezzo al parlamento (Carducci).