torsiometro
torsiòmetro s. m. [comp. di torsio(ne) e -metro]. – 1. Nell’industria tessile, apparecchio impiegato per la determinazione del numero delle spire di torsione di un filato, costituito da un dispositivo mediante il quale si misura la lunghezza del provino del filato in esame e da altri due che ne operano la storcitura fino a che i fili componenti risultano paralleli tra loro; il numero delle spire di torsione esistenti sul provino si legge direttamente sul contagiri connesso all’apparecchio. 2. In meccanica, strumento misuratore dell’angolo di rotazione relativa di due sezioni di un albero di macchina attraverso il quale si trasmette una coppia; dalla misura della rotazione, legata alle caratteristiche elastiche dell’albero, si risale al momento della coppia e, conoscendo la velocità angolare, alla potenza trasmessa. In partic.: a. T. meccanico, in cui un sistema di leve e di rinvii moltiplica l’ampiezza della rotazione fino a valori facilmente rilevabili attraverso lo spostamento di un indice. b. T. ottico, basato sul rilievo della deviazione di raggi luminosi, opportunamente diretti, che si verifica per effetto della rotazione relativa delle sezioni dell’albero. c. T. elettrico, che è il più usato, di vario tipo a seconda del fenomeno su cui è basato il principio di funzionamento: in partic., quelli basati sulla variazione della resistenza di estensimetri disposti a elica sull’albero, a seguito del loro allungamento (o accorciamento) dovuto alla deformazione di torsione; torsiometri elettrici di altro tipo rilevano lo sfasamento tra due impulsi elettrici generati da cellule fotovoltaiche, da magneti o masse magnetiche, ecc., posti su dischi solidali con due sezioni dell’albero. 3. In tecnologia dei materiali, apparecchio usato nelle prove meccaniche di torsione di materie plastiche, al fine di determinare il modulo di elasticità trasversale (o modulo di rigidità) del materiale, e risalire poi da questo, mediante opportuni calcoli, al modulo di elasticità longitudinale.