tossico2
tòssico2 s. m. [dal lat. toxĭcum, dal gr. τοξικόν, sottint. ϕάρμακον, propr. «veleno per la freccia (τόξον)»] (pl. -ci). – Veleno, sostanza velenosa: l’alcol, ad alte dosi, è un t.; in usi fig.: Ma guàrdati, o signor, guàrdati, oh dio! Dal t. mortal che fuora esala Dai volumi famosi (Parini). È voce del linguaggio dotto, o letter., adoperata talvolta anche nell’uso com., per indicare un veleno molto potente, o in frasi fig. e iperb. riferita a cibo o bevanda di sapore molto amaro: ma questo è t.; una medicina amara come (un) t.; non com., masticare tossico, come sinon. di masticare veleno o di inghiottire amaro, mal sopportare qualcosa, rodersi dentro per rabbia, stizza o altro: don Saverio, sentendo raccontare le prodezze del frate, masticava tossico (Capuana). Nel linguaggio medico: t. esogeni, i veleni che provengono dall’esterno dell’organismo, come i comuni veleni animali o vegetali, o le sostanze d’inquinamento atmosferico (fumi, gas, vapori, ecc.); t. endogeni, quelli che hanno origine nell’interno dell’organismo da germi patogeni (tossine batteriche), nel corso della gravidanza (tossicosi gravidica, eclampsia), o per anomalie del metabolismo. V. anche tòsco2.