trabacca
s. f. [der. del lat. mediev. trabum «tenda» (di origine germ.), con influenza di baracca; altri suppone una derivazione dall’arabo ṭabaqa «tettoia, tavolato»], letter. – Baracca, tenda, padiglione per alloggio e riparo mobile, soprattutto di comandanti e reparti armati in campo: E’ fé tender trabacche e padiglioni, E afforzar suo campo di steccati (Boccaccio); E un su ’n poggio le pagane schiere Di Manfredon cominciono a vedere, Padiglioni e trabacche e pennoncelli (Pulci); offerì loro intanto una t. ove si alloggiava la guardia della porta (D’Azeglio). Con sign. più generico, palco o altra struttura di assi di legno, soprattutto se poco stabile: il popolo penetrò a furia nell’edificio capitolino, innalzato con trabacche per far scena (Rovani); la scimmia ... se ne stava arrampicata su la t. del letto, ch’era il suo posto preferito (Pirandello); popolo semovente tra ombrelloni, tende, palconi, trabacche, bancarelle (A. Baldini).