traballare
v. intr. [der. di ballare, col pref. tra- indicante movimento] (aus. avere). – Barcollare, vacillare, non stare bene in equilibrio, ondeggiando da una parte o dall’altra. Può essere riferito a persona che ha bevuto troppo, che è stordita per un colpo ricevuto, che ha le vertigini o che comunque non si regge bene sulle gambe: veniva avanti traballando, come se fosse ubriaco; appiccògli una nespola acerba, Tanto che tutto pel colpo traballa (Pulci); a quest’ultima parola fatale uscìtale dalla bocca, essa traballò come sotto una bastonata (Morante); a mobili che non sono solidi sulle basi, a veicoli che ondeggiano: bisognerà mettere una zeppa sotto una gamba del tavolo, perché non traballi; la vecchia diligenza traballava paurosamente; al terreno che, per terremoto o altro, si muova sotto i piedi: se la terra comincia a tremare E traballando minaccia disastri, Lascio la terra, mi salvo nel mare (Redi). Raro in senso fig., con lo stesso valore di vacillare, essere per cadere: il governo traballa. ◆ Part. pres. traballante, anche come agg.: una carrozza sgangherata e traballante, un tavolo traballante, un’istituzione traballante.