tralignare
v. intr. [der. di linea, propr. «scostarsi dalla linea della propria parentela, dal proprio lignaggio», col pref. tra-] (io traligno, ... noi traligniamo, voi tralignate, e nel cong. traligniamo, traligniate; aus. essere e più spesso avere). – Degenerare, deviare o allontanarsi dalle qualità, dalle caratteristiche positive proprie dei genitori e degli avi: tutti, in quella famiglia, sono sempre stati onesti e irreprensibili: solo lui ha tralignato; già il sangue non traligna mai nella porca plebe ... a cui mi vanto d’appartenere (Rovani); con un compl. indiretto introdotto da da: t. dalle tradizioni di specchiata onestà della famiglia; per tutto traligna Da l’antica virtù el secol presente (Machiavelli); o anche, in rari usi poetici, da a: non potrà alcun biasmarne Che mai traligni alla progenie mia (Ariosto). Per estens., non com., riferito a piante o ad altri soggetti, inselvatichirsi, perdere o alterare le proprie naturali qualità: quel susino sta tralignando; ciascuna [lingua] ha le sue formole, come le terre e i climi hanno i lor frutti, e quelle e queste tralignano o perdon di forza, a trasportarle in paese straniero (Bettinelli).